La Macro-Importanza del Microbioma nell’allattamento al seno
Attraverso lo studio del progetto microbioma abbiamo capito che vi sono molteplici specie diverse che convivono con noi ma anche tra di loro su ogni sito corporeo anche su quei siti in cui precedentemente si parlava di “sterilità” come l’urina o il latte materno e che occupando fisicamente spazio impediscono ai batteri patogeni di attecchire e provocare infezioni più o meno gravi.
In particolare, il distretto caratterizzato dalla maggiore presenza del microbiota è quello intestinale, con la presenza di circa un migliaio di specie di batteri diversi per la maggiorparte di tipo anaerobio e con una densità aumentata a livello del colon.
Per molti anni si è pensato a questi batteri soprattutto come “produttori di vitamine” ma dal 2008 abbiamo scoperto che fanno cose molto più importanti. Ad esempio poiché c’è una forte interazione tra le lectine espresse sulla mucosa intestinale e l’adesione delle cellule batteriche, sono in grado di modificare la morfologia intestinale compresa l’architettura dei villi, la proliferazione cellulare intestinale, le proprietà del muco intestinale, la maturazione del sistema linfatico intestinale, la profondità delle cripte.
La cosa forse più interessante è come questi batteri promuovano la differenziazione e lo sviluppo del GALT e dunque influenzano l’espressione di citochine e molecole adesive che richiamano il complemento e ulteriore tessuto linfoide. La modifica dell’architettura delle cellule T non avviene solo localmente a livello della lamina basale intestinale ma avviene anche a livello sistemico in cui il GALT ha un ruolo fondamentale nel cosiddetto “superorganismo”, nei processi di riparazione cellulare e nelle modalità aggregative e di rigenerazione.
Detto ciò non si può non considerare che tipo di attività abbia il microbiota con altri mediatori immunitari come le IgA e le AMP. Anch’essi sono strettamente collegate: un organismo con un alterata presenza di IgA avrà uno squilibrio a livello delle famiglie batteriche diminuendo i Bifidobatteri a favore degli Enterobatteri, mentre una
alterazione delle
AMP aumenta i tempi di distruzione dei microrganismi patogeni.
Le ultime ricerche correlano l’alterazione del mondo microbico intestinale non solo a patologie dirette del sistema immunitario ma anche al metabolismo ma soprattutto al comportamento. Nel 2017 il CNR di Firenze è riuscito a iniziare una ricerca tra composizione del microbiota nelle persone con disturbi dello spettro autistico collegando una effettiva alterazione all’interno degli equilibri familiari, nel particolare un aumento della Candida e dei Clostridi rispetto al microbiota di una persona sana.
Quindi i batteri non solo sono in grado di interagire con il sistema immunitario e l’omeostasi generale dell’organismo ma intergiscono con sostanze modulatrici del GABA, della serotonina, della dopamina e di una quantità di altri neuromediatori.
In breve, i batteri sono in grado di influenzare la nostra emotività e le nostre capacità cognitive.
E nuovamente mi pongo la stessa domanda: “Gli esseri umani a che specie appartengono?”
I MOMENTI DELLA SEMINA DEL MICROBIOMA
Ma quando avviene la “semina” di questo campo di famiglie microbiche?
Il progetto riconosce tre momenti basilari:
1) La nascita
2) L’accoglimento del neonato
3) L’Allattamento
La Nascita
Si è sempre pensato al feto e all’unità placentare come tessuti sterili. E spesso pur di mantenere questa presunta “sterilità” abbiamo attuato una vera e propria “guerra ai microbi”. MA…
Nel 2014, Kjersti Aagaard e la sua equipe dall'Istituto Universitario di Baylor di Medicina e dell'Ospedale Pediatrico del Texas hanno pubblicato uno studio in cui viene analizzato il microbioma placentare e in particolare una disamina sulle famiglie presenti per le nascite pretermine.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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