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Update: Disturbi Respiratori nel Sonno in età infantile
Il Centro Respiratorio automatico (Figura 4) è situato nel tronco cerebrale ed ha la funzione di adeguare profondità e frequenza del respiro alle esigenze dell’organismo.



Figura 4: Centri del Respiro (tratto da www.unmedicopertutti.it/respirazione_meccanismi.html).

Studiando l’essere umano, si è osservato che nel sonno viene a mancare il controllo corticale e con esso la possibilità di regolare il respiro volontariamente.
Quando si dorme, si passa da una attivazione del respiro cerebrale ad una esclusivamente chimica: sono i glomi carotidei che permettono l’attivazione dei centri bulbari che regolano l’automatismo del respiro.

Durante il sonno si riducono gli stimoli che dalla corteccia, attraverso il bulbo, scendono ai muscoli respiratori e questo provoca ipotonia dei muscoli intercostali che determina una riduzione del volume della gabbia toracica e quindi della quantità di “aria” di riserva del polmone: nel sonno quindi l’apnea determina ipossie e ipercapnie più gravi di quelle che si verificherebbero nella veglia.
Di maggior entità è l’ipotonia dei muscoli della faringe, il cui lume tende a ridursi, con incremento delle resistenze al flusso dell’aria (fino al raddoppio nell’adulto) che è controbilanciato dalla fisiologica riduzione della ventilazione. Ne risulta un equilibrio instabile facilmente sbilanciabile da un’ostruzione anche banale, come una semplice ipertrofia adenotonsillare, che è invece ben sopportata nella veglia (Figura 5).
In questo modo, non solo gli sforzi inspiratori non contrastano l’ostruzione ma, riducendo ulteriormente la pressione all’interno del faringe, ne aumentano il risucchio delle pareti, fino al completo collabimento e all’apnea ostruttiva (Figura 5).
Il risveglio-arousal comporta una ripresa del tono muscolare. (Figura 5).



Figura 5: Meccanismo fisiopatologico che conduce al peggioramento dell’ostruzione naso-faringea fino all’apnea. (Tratto da Medico e Bambino: Battistini A., et al, 2005).


L’arousal, favorito dagli abnormi sforzi respiratori, non corrisponde sempre a una ripresa di coscienza, ma può limitarsi a semplici modificazioni dell’EEG o dell’EMG fino all’arousal parziale, caratterizzato da un semplice aumento della pressione arteriosa. Benché di vitale importanza, gli arousal tendono, però, ad aumentare la soglia del risveglio e con il trascorrere delle notti tardano a manifestarsi (Battistini A., et al, 2005).

Nel sonno la FR si riduce in modo inversamente proporzionale al peso corporeo ed alla maturazione: nei neonati e lattanti la FR è maggiore nel sonno REM che non nel NREM, nei bambini è maggiore in veglia nello stadio 1, mentre è più bassa nella seconda parte della notte; negli adolescenti aumenta nel sonno REM e si abbassa nel sonno ad onde lente.
Si deve inoltre ricordare che ci sono patologie che durante il sonno mostrano un peggioramento clinico (Tabella III).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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