La Macro-Importanza del Microbioma nell’allattamento al seno
Invece una delle funzioni fondamentali della KMC a lungo tempo dimenticato è proprio quello di garantire una adeguata colonizzazione batterica.
Un interessante studio longitudinale prospettico del 2017 sul microbiota della pelle dei bambini pretermine e una una review sistematica nel 2015 hanno messo in correlazione e valutato come l’ambiente, le interazioni, le terapie, l’alimentazione influenzino lo sviluppo del microbioma dei bambini pretermine.
Gli studi ci raccontano come la richezza delle famiglie batteriche è minore nei bambini nati pretermine e questo è correlato negativamente alle infezioni da Staphylococcus Aureus e da Candida poiché la struttura della pelle non è ancora abbastanza matura per sviluppare un suo personale microbiota e avere la funzione di una pelle “normo-formata” cioè di protezione verso la penetrazione di patogeni più importanti come la Klebsiella e lo Pseudomonas che sono stati i responsabili della maggior parte delle infezioni nei prematuri negli ultimi 20 anni.
Inoltre la composizione del microbiota della pelle è fortemente influenzato dalla presenza massiva di cure antibiotiche a cui i pretermine sono spesso sottoposti. I batteri patogeni presenti dunque sono quelli presenti nell’ambiente ospedaliero, i più pericolosi per le infezioni nosocomiali. I neonati ricoverati in terapia intensiva ad esempio hanno il rischio di essere colonizzati a livello nasale da MRSA del 56% rispetto ai bambini che non verranno trattenuti in terapia intensiva.
Sulla KMC in particolare uno studio del 2011 ha mostrato come i neonati pretermine che facessero almeno un’ora di skin to skin al giorno avessero una cute più forte poiché la perfetta termoregolazione con la madre manteneva maggiormente la componente acquosa della pelle permettendo una migliore funzione di barriera e dunque andavano incontro a un minor tasso di infezioni. Pur essendo uno studio con una qualità non elevata, sicuramente indica una via importante per approfondire la ricerca.
Una RCT del 2015 sembrerebbe aver confermato ciò che gli studi precedenti avevano ipotizzato o studiato con piccoli campioni. I neonati che erano stati affetti da infezione da MRSA e sottoposti a due sedute da un’ora giornaliera di KMC con le loro madri MRSA-negative rispetto ai bambini che facevano le cure tradizionali avevano più del doppio delle possibilità di non ricontrarre la MRSA e inoltre avevano una somiglianza del microbiota della pelle simile per l’84% a quello delle loro madri.
Conoscendo bene le interazioni tra le varie famiglie batteriche, salta agli occhi che molto probabilmente lo skin to skin prevenga molte delle colonizzazioni errate delle famiglie batteriche per un meccanismo di interferenza, che avvengono per la precoce separazione della diade, per l’esposizione agli antibiotici, per la permanenza in ambienti a forte colonizzazione dei patogeni resistenti e per la esclusione di pratiche come la Kangaroo Mother Care.
MANTENERE LA PRODUZIONE DI LATTE ATTIVA NELLA FASE DI SEPARAZIONE
Quando un bambino “nasce prima del tempo” per la famiglia e per la madre è sempre un grande shock. Spesso, soprattutto se il bimbo
è un Very Preterm o ancora peggio un Extremely Preterm, le donne pensano a tutto tranne che a mantenere attiva la produzione lattea.
Considerato ciò che ho esposto sopra invece dovremmo spingerle al mantenimento della produzione del latte proprio per andare a evitare tutte quelle patologie che si affacciano maggiormente nei bambini pretermine rispetto a quelli a termine.
Il beneficio non sarà solo fisico, per la crescita del bambino, per lo sviluppo dell’immunità, per il GALT, il microbioma ma anche psicologico per la madre che si sentirà di essere coinvolta nel processo di cura del proprio bambino per cui spesso si addossa le colpe per quella nascita troppo precoce.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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