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Allattamento al seno: monitoraggio a lungo termine
L’alimentazione complementare, infatti, risulta il tipo di alimentazione maggiormente rappresentata nel gruppo dei nati con basso peso (61,54%), contro il 17,80% registrato nel restante gruppo. Tale differenza è risultata significativa (p-value < 0.05), ne consegue che nascere con basso peso espone 7,39 volte in più all’integrazione dell’allattamento durante la degenza ospedaliera, rispetto ai nati con peso superiore ai 2500 grammi. L’avvio dell’allattamento può essere difficoltoso anche perché tra i due gruppi si è registrata una differenza significativa rispetto all’effettuazione del contatto pelle a pelle dopo il parto. Solo il 34,62% degli appartenenti al primo gruppo ha beneficiato di tale pratica, contro il 62,24% degli appartenenti al secondo gruppo.
Nonostante le diverse prevalenze registrate al momento della dimissione, a sei mesi non sono state evidenziate differenze statisticamente significative sul tipo di alimentazione tra i due gruppi.
Pertanto, nelle successive analisi si è considerato il campione totale completo, confermando quanto sostenuto dal TAS: la percentuale di neonati con basso peso neonatale è limitata, e statisticamente parlando influenza poco la prevalenza dell’allattamento nell’insieme dei neonati fisiologici (16) (9).
Ciò non toglie, che vista la tendenza generale ad una maggiore necessità di integrare l’allattamento con latte di formula, il personale debba seguire con maggiore attenzione le madri dei nati con basso peso, soprattutto per le maggiori difficoltà che incontrano nell’avvio dell’allattamento al seno.
- L’analisi in base alla modalità di parto ha permesso di confrontare i nati da parto spontaneo (73,34%) con i nati da taglio cesareo (19,10%), e i nati da parto spontaneo con i nati da parto operativo (7,55%). Il primo confronto ha evidenziato diverse prevalenze tra i due gruppi rispetto all’alimentazione alla dimissione e a sei mesi. Infatti, partorire spontaneamente permette maggiormente di riuscire ad allattare in maniera esclusiva rispetto ai nati da taglio cesareo. Nascere con parto spontaneo espone 3,47 volte in più di
beneficiare di un allattamento esclusivo alla dimissione (p-value < 0,05), ed a 1,72 volte in più di beneficiare di un allattamento esclusivo a sei mesi, rispetto ai nati da taglio cesareo. Dall’altro lato l’essere sottoposti a taglio cesareo espone 0,56 volte in più di avere un’alimentazione esclusivamente artificiale a sei mesi (p-value < 0,05).
In questo caso i due gruppi presentano differenze rispetto all’effettuazione del contatto pelle a pelle. Nessuno dei nati da taglio cesareo ha beneficiato del contatto pelle a pelle dato che ciò non è previsto dalla struttura ospedaliera di Treviso. Dall’altro lato è stato effettuato dal 79,28% dei nati da parto spontaneo. Suddetta pratica prevede di posizionare i neonati a contatto pelle a pelle immediatamente dopo la nascita per almeno un’ora. Essa è sostenuta dalle principali evidenze scientifiche, in quanto consente al bambino di godere di un migliore adattamento alla vita extrauterina e di poter attaccarsi al seno entro mezz’ora dalla nascita. La mancanza di questa opportunità per le donne cesarizzate ritarda l’avvio dell’allattamento, che si va a sommare alle difficoltà riscontrate dalle madri che subiscono un intervento chirurgico, giustificando in parte valori inferiori di allattamento nei nati sottoposti a taglio cesareo (24) (18) (2).
I dati Istat del 2013 confermano che le donne cesarizzate allattano in proporzione minore e meno a lungo, sottolineando che ciò è dovuto a condizioni meno favorevoli per avviare l’allattamento al seno (allattamento precoce e vicinanza del bambino alla madre durante la degenza) (19).

Il secondo confronto, invece, non ha evidenziato differenze statisticamente significative nelle diverse prevalenze registrate alla dimissione e a sei mesi.

- L’analisi in base al numero di figlio ha permesso di differenziare e confrontare le donne al primo figlio (49,07%) con le donne al secondo figlio (37,10%) e, le donne al secondo figlio con le donne al terzo figlio (13,84%).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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