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Parto indotto e rischio di depressione nel post-partum
La struttura ospedaliera sorge in un’area industrializzata del nord-est italiano, caratterizzata da alti livelli di istruzione, buono stato socio-economico, buon tasso di occupazione, ma basso tasso di natalità ed età riproduttiva avanzata.
Il test utilizzato e somministrato nello studio, è un test autovalutativo, di facile somministrazione e lettura, ideato da Cox per lo screening della sintomatologia depressiva. Benché non sia uno strumento diagnostico, un punteggio totale superiore a 9, è ritenuto predittivo di depressione post- partum. 3-4-5
Si tratta di un questionario composto da 10 item, in cui le donne sono invitate a valutare il modo in cui si sono percepite negli ultimi 7 giorni. Un punteggio più alto è associato ad una maggiore probabilità di depressione. Le donne che hanno raggiunto un punteggio totale maggiore o uguale a 9, sono considerate come a rischio di Depressione Post-Partum. Questo punteggio di cut-off è stato raccomandato da indagini epidemiologiche e da screening. 6-7
Sono state poi valutate anche le tre sottoscale: Anedonia (item 1,2), Ansia (item 3,4,5,6) e Depressione (Item 7,8,9,10). 8-9-10
I punteggi relativi all’EPDS sono stati calcolati mediante somministrazione di un questionario a 48 ore dal parto, prima della dimissione, mentre i dati inerenti al ricordo dell’induzione del travaglio sono stati raccolti mediante intervista telefonica a 8 settimane dalla dimissione.
L’intervista telefonica è stata costruita su 14 domande. Sono stati indagati epoca gestazionale, parità ed età della paziente, se la gravidanza è stata cercata o è capitata, il numero di ecografie effettuate in gravidanza, se hanno usufruito della parto-analgesia durante il travaglio, modalità del parto e modalità di allattamento alla dimissione,se la scelta dell’induzione è stata una scelta vissuta come imposta dal personale o se è stata condivisa e accettata, anche dal marito, se si conosceva la pratica dell’induzione del travaglio, se si sceglierebbe nuovamente l’induzione in una gravidanza successiva.
Inoltre è stato chiesto alle donne di attribuire un voto da 1 a 10 (mediante scala VAS) alla paura del parto percepita e all’esperienza vissuta.
I dati sono stati raccolti in un foglio Excel e successivamente elaborati.Per le distribuzioni lineari i test sono stati realizzati mediante il test T-Student. I confronti per i dati percentuali sono stati realizzati tramite il Test Fisher. È stato ritenuto significativo un valore p < 0.05.

RISULTATI

Il campione è costituito prevalentemente da pazienti al primo parto, oltre il termine di gravidanza (41±3).La gravidanza è stata cercata dal 97.6% del campione e senza complicanze nel 99.6%. L’età media delle pazienti è di circa 32 anni. In gravidanza, in media, sono state effettuate 7 ecografie. Il 69% ha partorito spontaneamente, mentre il 23.8% mediante taglio cesareo e, durante il travaglio,il 59.5% del campione ha usufruito della parto-analgesia. Per quanto riguarda i voti espressi dalle pazienti in merito alla paura del parto percepita, il 66.6 % ha espresso voti uguali o maggiori di 6, quindi nel campione la paura dell’evento parto è stata valutata elevata (media 6.85 ±3).
La scelta dell’induzione è stata condivisa, nella maggioranza dei casi, con l’equipe e non vissuta come imposta. L’induzione ha ricevuto voti positivi (uguali o maggiori di 6) dal 71.4% delle pazienti, che nel 57 % dei casi hanno sottolineato quanto nella loro esperienza e nel ricordo che hanno dell’induzione, sia stato significativo essere assistite durante tutto il periodo di degenza da personale preparato e professionale, che hanno loro stesse giudicato come eccellente. Il 57.1% delle mamme però non sceglierebbe nuovamente di ripetere l’induzione, preferendo attendere l’insorgenza spontanea del travaglio, sia per il dolore provato durante l’induzione, sia per la lunghezza eccessiva della procedura (Tabella 3).
E’ inoltre emersa una correlazione statisticamente significativa sia con il punteggio generale dell’EPDS(rho=0.37; p=0.022), sia con le sottoscale Anedonia (rho=0.50; p < 0.01), Ansia (rho=0.34; p=0.031) e Depressione (rho=0.43, p < 0.01) (Tabella 2).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 12, Numero 3, anno 2018
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