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La percezione acustico-linguistica
Studi sulle vocalizzazioni prelinguistiche di bambini sordi dimostrano che la mancanza di input uditivo comporta un significativo ritardo nell'inizio della lallazione canonica (Oller e Eilers, 1988) e nella frequenza e diversità delle consonanti nelle loro vocalizzazioni (Stoel-Gammon, 1985).

Tappe dello sviluppo linguistico

Mediamente tra gli 11 e i 13 mesi i bambini producono le loro prime parole, riferite a persone, oggetti, azioni molto familiari per il piccolo. Tali parole risultano all'inizio molto contestualizzate, ossia legate a contesti ristretti e specifici, si tratta ancora di un uso non referenziale delle parole.
Il successivo processo di astrazione e decontestualizzazione porta il bambino ad un uso via via sempre più referenziale delle parole. In questa fase, la comprensione precede e influenza la produzione linguistica, e rimane sempre ad un livello più avanzato.
La capacità di comprensione predice l'ampiezza del vocabolario che il bambino produrrà ad età successive. Ciò significa che le due abilità, apparentemente indipendenti, sono in realtà strettamente correlate tra di loro, anche se hanno ritmi di sviluppo differenti.
Tra i 10 e i 12 mesi si assiste ad un'improvvisa impennata delle abilità di comprensione, una sorta di "esplosione" del vocabolario ricettivo ( Bleses, Vach, Slott, Wehberg, Thomsen, Madsen e Basboll, 2008).
Tra i 19 e i 30 mesi si può notare nella maggior parte dei bambini una "esplosione" del vocabolario produttivo, anche se tale fase non sembra essere universale (D'odorico, 2005). Durante questo periodo si assiste ad una modificazione qualitativa, oltre che quantitativa del vocabolario: diminuiscono le parole sociali e aumentano predicati e aggettivi.

Caselli, Casadio e Bates (1999) hanno proposto un modello a quattro stadi dello sviluppo lessicale.
routines e giochi di parole (vocabolario da 0 a 10 parole): le parole prodotte comprendono onomatopee, quali versi di animali o rumori di veicoli, routines sociali, nomi delle persone familiari;
referenza: fase di incremento lessicale; lessico composto in gran parte da parole "nominali", che servono per stabilire una referenza: onomatopee, nomi comuni e nomi di persona;
predicazione: quando il vocabolario raggiunge un'ampiezza di circa 100 parole, verbi ed aggettivi, prima rari, incrementano di molto, rendendo possibile la "fase combinatoria", che si manifesta in modo consistente solo quando l'ampiezza del vocabolario è compresa tra le 100 e le 200 parole (Fenson et al., 1994);
grammatica: le parole con funzione grammaticale incrementano in proporzione solo quando lo sviluppo del lessico ha raggiunto le 300-500 parole.

Poiché tutte le parole dell' italiano (eccetto avverbi e interiezioni), si presentano sempre in forma flessa – contengono quindi sempre degli elementi morfologici – l'apprendimento del lessico e della morfologia legata sono inevitabilmente connessi.
Nella lingua italiana è utile distinguere i morfemi che fanno parte della morfologia legata da quelli che fanno parte della morfologia libera.
I primi comprendono le diverse flessioni dei verbi, dei nomi e degli aggettivi e non possono essere separati dagli elementi lessicali cui si accompagnano.
La morfologia libera comprende una serie di elementi grammaticali – funtori – che possono invece essere separati dagli elementi lessicali: articoli, preposizioni (semplici e articolate), pronomi, congiunzioni, e connettivi.

Chilosi e Cipriani (1991) e Cipriani e coll. (1993), hanno proposto un modello di analisi strutturale che tiene conto della completezza degli enunciati sia da un punto di vista semantico che morfologico.

Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 13, Numero 4, anno 2018
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