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La percezione acustico-linguistica
L'apparato olfattivo si sviluppa tra le undici e le quindici settimane si ha motivo di pensare che i recettori vengano stimolati dall'aroma delle sostanze presenti nel liquido amniotico.
Sappiamo che in utero, il bambino è immerso in odori particolari (il regime alimentare della madre influisce sulla composizione del liquido amniotico che offre al bambino stimoli gustativi e olfattivi. Il bambino quindi è già portato ad apprezzare sapori appartenenti alla cultura di sua madre. Ciò è dimostrato chiaramente da esperimenti su animali.
Ogni esperienza della madre in gravidanza diventa esperienza del figlio, occasione per lui di apprendimento, crescita e maturazione.
"Questa modalità di relazione madre-figlio accresce la sensibilità olfattiva e quindi la capacità di vivere ed essere in questi odori..." (Soldera).
Il ricordo che deriva dalle sensazioni olfattive è generalmente quello che lascia "emergere condizioni emotive complesse che trascinano con sé e sintetizzano sensazioni visive e uditive" (Soldera).

L'udito: il feto all'interno del sacco amniotico non è acusticamente isolato e tra la 26^ e la 28^ settimana è in grado di percepire i suoni che gli giungono dalla madre e, attraverso il corpo materno, dal mondo esterno. È stato dimostrato che un rumore brusco provoca un aumento della frequenza cardiaca e una accelerazione dei movimenti fetali. Se il rumore è molto forte il bambino può sussultare, se è più dolce può sbattere le palpebre, contrarre il tronco, stendere e piegare braccia e gambe.
Le percezioni uditive, legate alla maturazione anatomica e funzionale dell'orecchio medio, iniziano a otto settimane e si perfezionano gradualmente fino all'ottavo mese, quando si completa anche lo sviluppo della coclea, nell'orecchio interno. Anche se reagisce a suoni esterni prima della 30^ settimana, solo dopo la 32^ settimana la funzione uditiva raggiunge i livelli della vita post-natale.
I rumori percepiti dal feto sono vari: quelli provenienti dal corpo materno (i rumori del cuore e quelli digestivi), una specie di rumore di fondo al quale il bambino non presta particolare attenzione, perché ad essi si abitua, e i rumori esterni (voci, musica, ambiente) che attraversano la parete addominale e lo raggiungono. Percepisce in maniera più forte i rumori violenti o particolarmente intensi, e può anche rimanerne disturbato e in qualche caso riportare un difetto uditivo. Il bambino si abitua all'intensità del rumore e alla sua specificità. Percepisce la voce della madre dall'esterno e dall'interno, attraverso i tessuti e le ossa, fino all'utero. Non comprende le parole, nel senso di afferrarne il senso, ma ne afferra la carica affettiva e identifica una intonazione e un ritmo particolari, che dopo la nascita serviranno come punti di riferimento e gli daranno sicurezza tra le tante nuove sensazioni che dovrà affrontare venendo al mondo.
L'udito necessita di stimolazioni adeguate per completare il proprio corretto sviluppo nei tempi previsti dal programma genetico. Questo concetto ha una particolare rilevanza se si considera che la funzione uditiva è certamente la più direttamente connessa con lo sviluppo equilibrato del sistema nervoso e, molto probabilmente, della sfera psichica dell'individuo. Il flusso ininterrotto di stimoli sonori che raggiunge il feto guida l'ulteriore maturazione delle strutture preposte alla funzione, modella le vie nervose in crescita, sviluppa le capacità reattive. Attraverso la funzione uditiva, dunque, il feto si apre al mondo esterno, fa esperienza, comincia ad apprendere e a ricordare. L’udito permette al bambino, negli ultimi mesi di gravidanza, di sentire la voce della mamma, e anche del papà, e di riconoscerle dopo la nascita.

La vista è la funzione sensoriale meno stimolata nel corso della gravidanza. Il feto reagisce con un brusco sobbalzo quando si indirizza una forte luce sull'addome della madre, quindi pure le sensazioni visive influenzano in vario modo l'attività motoria fetale.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 13, Numero 4, anno 2018
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