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La facilitazione del bonding:
l’assistenza infermieristica come arte in età neonatale

I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL BONDING

Il bonding è il legame, la complicità, l’intimità che si instaura tra mamma o caregiver (figura che assiste e si prende cura del bambino) e neonato che inizia nell’utero, per poi consolidarsi alla nascita.
È proprio questo legame profondo, specifico, permanente, che permette alla mamma di allattare, di cullare, di giocare col proprio bambino, ma anche di proteggerlo, di non trascurarlo e di non abbandonarlo, quindi di mettere in pratica il maternage.
È ormai comunemente riconosciuta, l’importanza di un precoce contatto tra la madre ed il neonato subito dopo il parto. Diverse ricerche hanno messo in evidenza che una stretta vicinanza madre-figlio può favorire il successo dell’allattamento al seno, l’attaccamento tra madre e neonato, il maternage e può prevenire una serie di disturbi relazionali.

L’UNICEF e l’OMS, all’interno delle Linee Guida del 2012, affermano che le madri di un neonato sano a termine, dovrebbero tenere il proprio bambino a contatto pelle a pelle subito dopo la nascita o non appena possibile e che promuovere l’attaccamento al seno entro i 30 minuti dal parto, favorisce l’esclusività dell’allattamento al seno già nei giorni che precedono la dimissione del neonato.
Un buon attaccamento affettivo tra genitori e neonato favorisce la crescita e lo sviluppo psicomotorio e mentale del bambino. Tale attaccamento non è un processo automatico ed immediato; infatti, gli operatori sanitari devono garantire riservatezza ed intimità alla madre e al neonato sin dopo l’espulsione del piccolo attraverso il canale vaginale o taglio cesareo, per favorire lo sviluppo del bonding. Quest’ultimo è un processo complesso ed articolato, che viene condizionato dall’ambiente, dalle caratteristiche dei genitori, dal tipo di parto, dallo stato di salute della mamma o del bambino.



Normalmente, al momento della nascita, madre e neonato si trovano in uno stato emozionale ed ormonale completamente aperto, definito da Kannel e Klaus come “periodo sensitivo”.
Tale periodo, unico ed irripetibile, imprime alla nuova relazione una valenza di piacere fisico ed emozionale solo se madre e neonato non vengono separati dopo il parto. Infatti, attraverso degli studi è stato valutato come sia possibile favorire il bonding e come invece questo può essere ostacolato o reso più difficile.

Il mezzo più semplice ed efficace per creare un legame stabile e positivo tra i genitori e il bambino è risultato da diversi studi, quello di mettere il neonato ancora nudo sul grembo materno, in contatto “pelle-pelle” (definito Shin to Skin) nelle due ore successive al parto, senza attuare nessuna separazione se il loro stato di salute lo permette.
Il contatto “pelle a pelle” (SSC), indica il momento della conoscenza fisica tra mamma e bambino, finora limitata ai pensieri, alle emozioni e alla pancia che cresce. Il bambino, subito dopo la nascita, attraverso i cinque sensi, riconosce la mamma, percepisce il suo odore, la sua pelle e i suoi suoni (voce, cuore, intestino), per cui si verifica l’imprinting, riconoscimento mamma-figlio.

Il bonding, non si verifica esclusivamente nel parto spontaneo nel quale viene favorito dalla produzione di ormoni quali cortisolo e catecolammine durante il travaglio, bensì anche nel taglio cesareo dove deve essere stimolato maggiormente.

In ogni caso, in entrambi i parti è necessario promuovere il bonding, rafforzato dal contatto fisico e visivo madre-neonato in cui il neonato in wrapping (posizione assunta dal neonato in utero materno) viene poggiato sul petto della mamma.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 14, Numero 1, anno 2019
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