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Neuroscienze e apprendimento: imitazione e didattica alla luce della scoperta dei neuroni specchio
Nella prima infanzia, oltre al rapporto con la madre, svolge un ruolo di fondamentale importanza anche il rapporto con i fratelli e con il gruppo dei pari. È molto frequente infatti notare bambini che sono coinvolti in quello che viene definito gioco simbolico, un insieme di giochi imitativi che si presentano durante il primo anno di vita e diventano più complessi nel corso dello sviluppo.
In questo tipo di gioco, molto coinvolgente per il bambino, si intrecciano gli aspetti caratterizzanti la sfera affettiva e cognitiva. Il gioco simbolico richiede un importante uso della fantasia: durante il primo anno di vita il bambino si dedica a giochi molto semplici (ad esempio spalancare le braccia e imitare il rumore con la bocca fingendo di essere un aeroplano), inoltre ha la possibilità di cambiare diversi ruoli e imitare un maggior numero di modelli.

Durante il corso degli anni il gioco di finzione diventa sempre più elaborato, una sorta di rappresentazione teatrale in cui i bambini imitano gli adulti (si pensi al gioco “mamma e figlia” tipico delle bambine di scuola dell’infanzia), i personaggi dei cartoni o delle fiabe, usano in modo creativo gli oggetti che hanno a disposizione o mimano azioni compiute dalle persone intorno a loro.

In questo modo il bambino fa pratica e introietta regole e ruoli tipici del mondo adulto ma allo stesso tempo ha la possibilità di trasferire e proiettare nei personaggi sentimenti ed emozioni che lo caratterizzano.

Il bambino deve essere in grado di rappresentare nella propria mente gli oggetti simultaneamente in modo reale e immaginario, deve essere in grado di esprimere le azioni e i pensieri di qualcun altro e attribuire le sensazioni e le emozioni corrette alla situazione che vive: solo così riuscirà a comprendere le intenzioni altrui (empatia).
Generalmente i personaggi che vengono imitati dal bambino sono dei modelli che hanno una certa rilevanza e una certa autorità nella sua vita: molto spesso il bambino proietta nel suo comportamento ludico quello che vorrebbe essere nella realtà.
Il gioco simbolico può dunque svilupparsi nell’ambiente domestico, grazie all’interazioni con amici, fratelli e genitori.
Tuttavia può essere uno strumento molto prezioso anche all’interno della scuola dell’infanzia, proprio perché è determinante nello sviluppo cognitivo, affettivo e sociale del bambino.

Come disse Bruner, il gioco di finzione è una sorta di “apprendimento in situazioni non rischiose”: il bambino ha la possibilità di apprendere qualcosa sul mondo e sulla realtà che lo circonda senza “farsi troppo male”.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 15, Numero 2, anno 2019
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