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La consulenza come strumento per la gestione del pianto neonatale
Infatti, un genitore insicuro che tenta di calmare il proprio bambino avrà difficilmente successo in queste situazioni di disagio, in quanto il neonato percepiscono con facilità ciò che percepisce chi gli sta attorno e lo manifesta comunicandolo attraverso il pianto e l’agitazione del corpo (6).

La consulenza prevede di far elaborare il pianto ai genitori attraverso un percorso che prevede:
- la raccolta delle informazioni sul problema rilevato dai genitori;
- l’esplorazione del comportamento dei genitori e del neonato a riguardo;
- uno o più esercizi di auto contatto interiore per i genitori attraverso il respiro addominale, la percezione corporea e le visualizzazioni;
- l’attuazione del re-bonding (ricreare il momento del parto e/o il legame tra la triade);
- l’esplorazione della nuova situazione dopo aver messo in atto le prime strategie;
- uno o più momenti di intimità tra la triade ed infine lo sviluppo di nuove prospettive di azione in relazione al problema originale (6).

Durante la raccolta delle informazioni, si cerca di far ritrovare ai genitori la consapevolezza del proprio corpo, delle emozioni, dei bisogni e di riconoscere, considerare e integrare le esperienze e i traumi che la triade può aver avuto durante la gravidanza, il parto e il periodo dopo la nascita (6).

Stablum e Giustardi nel 2018 specificano che tutto ciò è necessario per l’auto regolazione e per dare inizio all’incontro tra genitore e neonato basato sulla sicurezza; è importante iniziare questo approccio dal genitore per poi proseguire con il neonato.
Grazie a tutto questo il bambino, sentendosi compreso, impara gradualmente a riconoscere le proprie emozioni e crescendo riuscirà a gestirle.

CONCLUSIONI

La famiglia nel periodo perinatale ha necessità di essere supportata dagli operatori attraverso l’accoglienza, l’osservazione, l’ascolto attivo, la comprensione e la comunicazione (7).
Tutte queste caratteristiche prevedono di relazionarsi con la triade attraverso un atteggiamento empatico e privo di giudizio, al fine di favorire un’apertura da parte della famiglia stessa e la disponibilità nel farsi aiutare (7).
I benefici della consulenza per i genitori sono quelli di renderli maggiormente preparati, consapevoli, sicuri e fiduciosi in loro stessi e nelle cure rivolte al bambino con l’obiettivo di favorire e tutelare la salute materno-fetale-neonatale (7).
Rispondere quindi prontamente alle esigenze del bambino è fondamentale per stabilire un legame migliore tra la triade e per rendere il bambino più fiducioso in se stesso e nei confronti di chi lo circonda (2).

BIBLIOGRAFIA

1. Stablum, M., & Giustardi, A. (2016). Il pianto inspiegabile e inconsolabile del neonato: come possiamo sostenere i genitori. La Care, 6(3), 13-8.
2. Catanzani, T., & Negri, P. (2005). Allattare un gesto d’amore. Pavia: Bonomi editore.
3. Stablum, M., Mongiardino, I., Zanardo, V., & Giustardi, A. (2019). Prevenzione e gestione del dolore nel feto e nel neonato. La Care, 14(1), 10-21.
4. Panza, C. (2018). Le coliche del neonato non esistono. Retrieved on Dicember, 2019, from https://www.uppa.it/nascere/neonato/coliche-neonato/.
5. Martinelli, F. (2019). Massaggio infantile, un toccasana per il neonato. Retrieved on Dicember, 2019, https://www.uppa.it/nascere/neonato/massaggio-infantile-neonato/.
6. Stablum, M., & Giustardi, A. (2018). Il pianto del neonato. La Care, 13(4), 15-9.
7. Roscioni, B., Mercuri, M. & Romondia, M. (2012). La care madre-neonato: favorire e ostacolare il bonding neonatale. Tesi di laurea. Università politecnica delle marche.

Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 16, Numero 3, anno2019
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