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Disturbi del pavimento pelvico post-partum
È una condizione diffusa e fastidiosa, che colpisce soprattutto le donne(7), con una prevalenza dal 18.6% al 75% durante la gravidanza e dal 6% al 31% nel post-partum(8), influenzandone profondamente la qualità di vita. Dal punto di vista delle manifestazioni cliniche, la perdita involontaria di urina può essere classificata come: incontinenza urinaria da sforzo, incontinenza urinaria da urgenza e incontinenza urinaria mista.

INCONTINENZA ANALE

È la perdita involontaria di materiale fecale e/o gas in situazioni non socialmente accettabili. Gartland D. et al. (10) hanno osservato che nella popolazione da loro esaminata (1011 nullipare gestanti), ben il 7.1% delle donne è affetta da incontinenza anale 4 anni dopo parto vaginale. La probabilità di riportare incontinenza anale è da 2 a 6 volte superiore per le donne che hanno presentato sintomi durante la gravidanza, e da 4 a 8 volte superiore per coloro che hanno manifestato sintomi nel primo anno dopo il parto. I fattori di rischio per lo sviluppo di questo disturbo sono: il parto vaginale, l'estrazione strumentale, l'età materna maggiore ai 35 anni, il numero di parti ed eventuali danni a carico dello sfintere anale

PROLASSO UROGENITALE

Per prolasso urogenitale si intende la discesa verso il basso, attraverso lo jatus urogenitale del pavimento pelvico, di vagina, utero, vescica, retto e anse intestinali. Il “descensus” è classificato come:

• Cistocele, prolasso della vescica;
• Rettocele, prolasso del retto;
• Isterocele o isteroptosi, prolasso dell'utero;
• Enterocele o elitrocele, prolasso delle anse intestinali.

Il prolasso origina dal cedimento delle strutture muscolo-aponeurotiche e legamentose, costituenti i sistemi di sostegno e di sospensione. Secondo lo studio di Van Delft(12), il parto vaginale con danno al muscolo elevatore dell'ano è il responsabile principale del prolasso ed ha un'incidenza del 13- 36% nelle donne pochi mesi dopo il parto. In aggiunta al prolasso, le donne con avulsione del muscolo elevatore dell'ano rischiano la riduzione della forza dei muscoli del pavimento pelvico e l'aumento dello jatus vaginale. Un prolasso spesso tende a peggiorare con il tempo e con le gravidanze successive, può essere inoltre aggravato dalla stitichezza e dagli sforzi fatti per eliminare le feci.

DISFUNZIONI GENITO-SESSUALI

Le disfunzioni sessuali consistono nella difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali, e/o nella mancata soddisfazione durante questi, e/o nel dolore che può accompagnare tali momenti. Nella donna esse sono classificate in: disturbi del desiderio, disturbi dell’eccitazione, disturbi dell’orgasmo, disturbi caratterizzati da dolore.
Ancor oggi, un corretto approccio clinico per la definizione diagnostica di disturbi urogenitali della donna deve includere un'anamnesi approfondita e un accurato esame obiettivo precedenti alla richiesta di qualsiasi esame strumentale. L'esame obiettivo uro-ginecologico è effettuato in fasi diverse a vescica piena in un primo momento e dopo la minzione. L'ispezione dei genitali esterni, che consente una valutazione approssimativa della beanza vulvare e dello stato trofico di cute e mucose, permette di osservare lo stato delle cicatrici perineali e l'effettuazione dello stress-test, la manovra provocativa (colpo di tosse, ponzamento) attraverso la quale si ha fuga di urina nel caso d'incontinenza urinaria da stress per incompetenza del meccanismo sfinteriale uretrale.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 18, Numero 1, anno 2020
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