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Sconvolgimento emotivo dopo il parto
Da queste evidenze nasce la necessità di identificare dei fattori di rischio certi per lo sviluppo di questo disturbo per poter attuare degli interventi di prevenzione sulle donne a rischio.
Nonostante le evidenze indichino che in un sottogruppo di donne vulnerabili dal punto di vista psichico la depressione può essere innescata dai cambiamenti ormonali seguenti al parto (Bloch et al. 2003), i fattori di rischio sono prevalentemente di natura psicosociale. Da una meta-analisi della letteratura ( Beck CT, 2001) sono stati evidenziati i tredici fattori di rischio con un effetto moderato sulla probabilità di sviluppare depressione post-partum, cioè:

- depressione prenatale
- basso grado di autostima
- stress nella cura del neonato
- eventi di vita stressanti
- ansia prenatale
- scarso supporto sociale
- relazione col partner problematica
- storia personale di depressione
- temperamento del bambino
- stato socioeconomico
- gravidanza indesiderata/non programmata
- stato civile
- maternity blues

La depressione produce nelle madri una limitazione nell’espressione dell’affettività e la tendenza ad interpretare negativamente il comportamento del bambino: si sentono infastidite, poco responsive, hanno difficoltà ad interpretare le richieste, non riescono a soddisfare le esigenze primarie.
La depressione interferisce in modo significativo sulle funzioni e sull’accudimento genitoriale; tale disagio crea una ridotta responsività sui segnali del bambino e quindi la compromissione di un modello di attaccamento sicuro (BOWLBY, 1989).
Soffrire di un disordine mentale tende ad isolare la donna dai suoi rapporti sociali, creandole disagio.
 
Quando la depressione si instaura nel pre e post partum questa si somma al disturbo iniziale, aggravando la patologia e quindi si hanno nuovi sintomi, quali: la preoccupazione di non riuscire a svolgere nelle modalità necessarie il ruolo di madre, nel prendersi cura di sè stesse durante la gravidanza e successivamente del neonato(Howard, 2005).

Molti studi negli ultimi anni hanno evidenziato come la depressione materna abbia influenze negative sullo sviluppo del bambinoe come su di esso si possano verificare disturbi di tipo comportamentale, cognitivo ed emotivo (Agosti, Monti, Marano Baiamonte, 2004). I bambini delle madri affette da depressione manifestano con maggiore probabilità problemi comportamentali, ritardi nello sviluppo cognitivo, disregolazione emotiva e sociale, insorgenza precoce della malattia depressiva (Gaffney et al., 2014),problemi di sonno e allattamento, manifestazioni di evitamento (distoglimento dello sguardo, allontanamento del corpo), regolazione affettiva deficitaria, disturbi dell’alimentazione e della crescita (Field, 2010). Diversi studi mostrano anche che l’umore depresso fa si che i bambini siano meno stimolati dalla voce delle madri e quindi tendono ad avere meno interesse nei loro confronti. Questo problema spesso continua anche dopo la guarigione dalla depressione. L’inadeguata interazione madre-figlio può ripercuotersi negativamente a livello della morfologia e fisiologia cerebrali, della reattività allo stress, delle abilità sociali, emotive e cognitive, riscontrabili fino all’età puberale e persino adulta (Brand e Brennan, 2009).
Alcuni studi dimostrano come le difficoltà della madre si riversano sulla relazione di coppia, con aumento dei disturbi dell’umore anche nel partner della donna con depressione post partum (Lovestone e Kumar 2007). Spesso le donne depresse valutano come più carente la relazione con il partner, intesa nelle dimensioni dell’accordo, della soddisfazione e del sostegno reciproco (Milgrom e McCloud 2006).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 18, Numero 1, anno 2020
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