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Skin to Skin Care: Inconfutabile determinante di Salute
Obiettivo futuro è caratterizzare i microrganismi sconosciuti e capirne il ruolo specifico, l’impatto sulla salute e come ripristinarli nel caso in cui non fossero presenti. La smisurata variabilità ed eterogeneità suggerisce che la formazione del microbioma non sia un processo statico, al contrario un continuo mutamento, una continua selezione, ed una continua colonizzazione.
Il più importante sussidio è certamente di origine materna, tuttavia bisogna considerare la percentuale microbica non condivisa, e probabilmente proveniente da altri individui in contatto con il neonato.
Pertanto la stessa tecnica SSC può essere eseguita da altri componenti familiari. Questi insiemi di fonti microbiche non sono state studiate congiuntamente, e potrebbero contribuire ulteriormente alla comprensione dei meccanismi di acquisizione precoce del microbioma.
Il riflesso di equilibrio tra l’afflusso di ceppi e processo selettivo è pressoché il fulcro dell’immunità del neonato. Se ciò è quanto accade per il bagaglio di informazioni microbiche, le mutazioni del patrimonio genetico comparate al contatto pelle a pelle risultano essere altrettanto interessanti.
La neuroscienza moderna riconosce che lo sviluppo precoce cerebrale è associato ad esperienze sensoriali già nel corso della vita fetale. Il cervello è un mosaico genomico, conseguenza di mutazioni dell’espressione genica nell’interazione con l’ambiente: epigenetica. L’encefalo di un neonato è solo il 25% delle dimensioni di ciò che sarà in età adulta; sebbene siano presenti tutte le cellule, non sono ancora complete la mielinizzazione e le connessioni sinaptiche. Il neuropsichiatra James Prescott durante una ricerca antropologica, fornisce una descrizione dettagliata delle culture primitive: culture in cui i bambini sono portati in fasce sul corpo materno rivelano essere più tranquille e pacifiche.
Il neurobiologo Allan Schore afferma che l’amigdala, implicata nei processi di apprendimento emotivo, modulazione della memoria e attivazione del SNA, nei primi due mesi di vita è in un periodo di maturazione critica. Se l’esperienza del parto non è positiva come previsto, le prime impressioni del neonato saranno tutt’altro che ideali.
Fortunatamente, gli esseri umani sono in grado di recuperare la maggior parte dei traumi con acume, supporto, ed in particolare Skin to Skin Care.
Dunque, l’interazione materna è un promotore essenziale delle connessioni sinaptiche per lo sviluppo senso-cognitivo nel neonato. L’ultima conferma in questo senso arriva da uno studio del gruppo di Fred “Rusty” Gage del Salk Institute di San Diego, in California, relativo all’effetto delle cure materne sullo sviluppo del cervello nei topi. Già nel 2004, era stato dimostrato il meccanismo di tipo epigenetico, capace di modulare lo stato di espressione dei geni (cioè il fatto che siano accesi o spenti) senza intaccarne la sequenza di DNA. Lo studio mostrava che nelle cellule dell’ippocampo dei topi che avevano ricevuto poche cure in termini di contatto fisico, era meno attivo un gene coinvolto nella risposta allo stress. Un effetto dovuto a livelli più elevati di una particolare modifica epigenetica del gene stesso, cioè la sua metilazione.
La ricerca pubblicata su Science il 23 marzo 2018, spiega che i cuccioli allevati da madri in stretto contatto, cioè che passavano più tempo a leccarli, pulirli, spulciarli e, in generale, prendersi fisicamente cura di loro, avevano un numero minore di trasposoni L1 (una famiglia di frammenti di DNA con la capacità di spostarsi da una posizione all’altra del genoma, moltiplicandosi durante questo trasferimento) nei neuroni dell’ippocampo.
La retrotrasposizione può rappresentare una forma di plasticità cerebrale in risposta all'esperienza.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 18, Numero 1, anno 2020
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