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La rivoluzione del latte materno
E questa è, peraltro, l’esperienza di molte banche come quella di Madrid27 dove vi è stato un consumo maggiore di latte materno durante la degenza, l'uso della formula nei primi 15 giorni di vita si è ridotta dal 50% al 16,6% e si è osservato un tasso più elevato di allattamento esclusivo alla dimissione (54% vs 40 %).
Ed è anche la nostra esperienza che abbiamo condiviso con un articolo25 molto evocativo, nella sua semplicità, del ruolo di facilitatore della banca del latte. I valori di composizione hanno confermato che il latte umano donato dalle madri dei neonati prematuri è particolarmente prezioso, una vera chicca biologica ma il dato più significativo è che in 5 anni di attività della banca il 13% dell’intera donazione proveniva da madri con parto pretermine e il 40% circa di questa percentuale fa riferimento a donne che hanno partorito ad età gestazionali estreme (< alle 25 settimane) e il 35% a quelle con neonati prematuri di peso inferiore ai 500 grammi.
Ma dietro ai numeri ci sono le persone con le loro storie, spesso anche speciali28 come quella di Mirela che ha partorito due gemelli ELBW di peso alla nascita < 1000 grammi che non solo ha alimentato i propri figli, che crescono benissimo, esclusivamente con il proprio latte oltre i 24 mesi, ma ha letteralmente riempito i frigoriferi della nostra banca donando quasi 100 litri di latte.
Tornando al primo principio secondo il quale il latte umano è fonte di vita e di salute per i neonati prematuri, va ricordato che a livello mondiale negli ultimi decenni vi è stata una notevole riduzione della mortalità infantile che viene stimata attualmente di 4,5 milioni di bambini nel primo anno di vita e di questi 3 milioni, quindi il 45%, occorre nei primi 28 giorni e la prematurità, per la prima volta nella storia ha sostituito le infezioni come prima causa di morte 29.
Molte di queste morti sono prevenibili e, tra tutti gli approcci noti, l'alimentazione esclusiva con latte umano nelle prime ore, giorni e mesi di vita è quello che ha il maggiore impatto potenziale sulla sopravvivenza e sullo sviluppo del bambino30.
L’effetto protettivo del latte umano sussiste anche per le altre complicanze della prematurità45-48 come le sepsi, la ROP, la BPD, ma con effetti dose dipendenti, proprio come un farmaco salvavita. Inoltre Il latte umano assunto nel primo mese di vita è risultato offrire dei chiari vantaggi neurologici in termini sia anatomici che funzionali49.
L’uso del latte umano, infatti, si associa ad un miglior outcome neurologico, grazie alla sua azione di neuroprotezione e neuromodulazione unitamente alla maggiore sensibilità del cervello del prematuro agli effetti benefici del latte, in una fase di crescita dendritica ed assonale e di sinaptogenesi molto rapida. Alle migliori performance soprattutto cognitive corrispondono dati anatomici documentati con la RM cerebrale. Nello studio di Deoni50 et al. è stata effettuata l’analisi della microstruttura della sostanza bianca di 133 bambini tra 10 mesi e 4 anni di età facendo il confronto fra 3 categorie di neonati (alimentati con LM esclusivo, con LF esclusiva e complementare). I bambini alimentati con LM mostravano un maggiore sviluppo della sostanza bianca, una positiva associazione fra la microstruttura della sostanza bianca in molte regioni cerebrali e la durata dell’allattamento e più elevati score visivo e di linguaggio.
E’ stata dimostrata una correlazione diretta tra il numero dei giorni in cui i neonati hanno assunto latte materno (>50% del latte ingerito) nel primo mese di vita e il volume di materia grigia al compimento della 40a settimana postconcezionale, ed un miglior livello di neuro sviluppo a 7 anni di età rispetto a coloro che avevano assunto una quantità di latte materno inferiore al 50% del totale nel primo mese di vita51 (Belfort e coll.).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 19, Numero 2, anno 2020
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