Home sito | Copertina | Indice |            « Indietro Pagina [31] di 39 Avanti »
La rivoluzione del latte materno
Peraltro, la maggior quota di materia grigia nel talamo e nei gangli della base, strutture centrali nella connettività corticale e nell’efficacia della funzionalità neurale e il maggior volume riscontrato nell’area dell’ippocampo, ben si associano con la migliore performance della memoria e delle funzioni di apprendimento.
Tutti questi importanti effetti riconoscono in parte una genesi indiretta legata alla riduzione delle morbidità della prematurità, ma per lo più si correlano direttamente agli innumerevoli fattori di cui dispone il latte materno, fattori nutritivi e fattori bioattivi. Analizzare nel dettaglio questo aspetto richiederebbe tantissimo tempo considerata la numerosità e la specificità di ciascuno dei tanti fattori, peraltro non ancora tutti conosciuti, contenuti nel latte materno. Riporto solo pochi imput con l’intento di rappresentare la complessità di questo sistema di prevenzione, nutrimento e sviluppo coerente dei neonati.
Fino ad ora sono state identificati circa 1000 tipi di proteine, costantemente presenti durante tutto l’allattamento, in varie proporzioni, ognuna con una sua funzione che può intersecarsi con quelle delle altre, in un virtuoso gioco funzionale solo in piccola parte noto ma che si sa svolgere un ruolo importante per lo sviluppo. Ad esempio, i nucleotidi favoriscono lo sviluppo del sistema immunitario e migliorano la funzionalità della mucosa gastrointestinale favorendo l’assorbimento di ferro e la colonizzazione dei bifidobatteri. Oppure se pensiamo ai lipidi dobbiamo ricordare il tipo di acidi grassi presenti e i fattori che ne favoriscono l’ assorbimento. Ad esempio gli LC PUFA hanno una concentrazione che non si modofica nei 12 mesi di allattamento e la loro biodisponibilità nel LM è favorita dalla maggiore concentrazione di L-carnitina, molecola coinvolta nel loro trasporto attraverso le membrane mitocondriali.
Inoltre il latte umano è un sito privilegiato giacchè lo stato nutrizionale della madre influenza solo marginalmente la composizione del latte e la sola concentrazione delle vitamine sembra essere significativamente correlata all’apporto vitaminico materno. Questo singolare aspetto lo abbiamo ritrovato anche noi in un articolo52 dove, confrontando l’assetto clinico-metabolico della nutrice con le caratteristiche qualitative e quantitative dei nutrienti del latte donato, abbiamo verificato che il latte materno non modifica le proprie caratteristiche nutrizionali in presenza di alterazioni nella madre. Si tratta di un concetto quasi poetico: è come se l’istinto protettivo di una madre si esprimesse anche attraverso il suo latte.
E poi l’infinito elenco dei fattori bioattivi del latte materno che comprende fattori energetici, fattori ormonali che hanno un ruolo non solo nell’equilibrio energetico ma anche sul programma metabolico, fattori di crescita che contribuiscono alla crescita e differenziazione dei tessuti; fattori antinfettivi come una enorme quantità di IgA secretorie e di IgM e fattori come il lisozima, lattoperossidasi, lattoferrina, lipoproteinlipasi, prebiotici, fattore bifido, glicani, oligosaccaridi, acidi grassi liberi, monogliceridi; altri fattori: macrofagi, cellule T e linfociti, un’ampia varietà di citochine TNF alfa, IL6, IL8 e innumerevoli altri elementi funzionali.
E poi la cellularità milionaria. Come non ricordare le cellule staminali: in un ml di colostro vi sono 5 milioni di cellule staminali che, marcate nei topini, hanno dimostrato53 di essere assorbite a livello gastrico, raggiungere l’intestino, farsi strada fra gli enterociti e immettersi nel torrente circolatorio per raggiungere tutti gli organi e tessuti dove si differenziano in cellule adulte comprese quelle nervose, riuscendo ad attraversare anche la barriera ematoencefalica. La loro funzione è ancora oggetto di studio.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 19, Numero 2, anno 2020
31
            « Indietro Pagina [31] di 39 Avanti »