La rivoluzione del latte materno
Diversi sono i lavori69-72 che hanno valutato l’effetto della pastorizzazione sul contenuto del latte umano e molti di essi rientrano in una completa review73,74 i cui dati indicano che l'HoP impatta vari componenti del latte, sebbene sia difficile quantificare il grado di degradazione, ma diversi importanti fattori non risentono della pastorizzazione. L’esempio più rappresentativo è quello degli oligosaccaridi, elementi multitasking che svolgono molte importanti funzioni biologiche75-77 e il loro pattern cromatografico risulta totalmente invariato prima e dopo la pastorizzazione. Questo probabilmente giustifica il fatto che la pratica clinica dimostra che molte proprietà benefiche del latte donato persistono anche dopo l'HoP78-80.
Attiva è comunque la ricerca81,82 di metodi più conservativi dei fattori del latte e quello più promettente sembra essere la pastorizzazione rapida a temperatura elevata83-85 (HTST, appena 5-15 secondi a 72 gradi), un processo di pastorizzazione a basso impatto e sicuro.
Un altro aspetto di recente introduzione nel confronto fra il latte della propria madre e il latte donato riguarda il microbioma intestinale. Nel neonato pretermine le alterazioni nel microbioma intestinale precoce predispongono alla NEC e alle sepsi late onset (European Perinatal Health Report).
La colonizzazione microbica del periodo neonatale dipende dell’età gestazionale, dal tipo di parto (Lehtonen 2017) e dall’alimentazione (Collado 2015).
Sono stati ritrovati più Bifidobatteri e meno Clostridiceae negli alimentati con latte della propria madre rispetto agli alimentati con latte donato ma nessuna significativa differenza fra i due rispetto al profilo metabolico e funzionale del micro bioma, che invece risulta molto diverso nella formula. Il latte donato favorisce un microbioma più simile a quello della propria madre, suggerendo una potenziale capacità del latte donato di mimare la funzionalità del microbioma degli alimentati con il latte della propria madre.
Il risvolto pratico è che il latte materno potrebbe essere usato potenzialmente per personalizzare il microbioma del latte donato. Incubando il latte donato con il 10% del latte della propria madre per 4-8 ore si ottiene un pattern microbico molto simile a quello del latte materno (Fron Microbiol 2017).
Il terzo principio afferma che il latte donato deve far parte dell’essential newborn care. Peraltro sarebbe un diritto del neonato prematuro, sancito dalla carta dei diritti del neonato prematuro al punto 5, e mi fa anche pensare ad un nostro piccolo guerriero che ha avuto una storia clinica complicata e una storia privata difficile, essendo stato abbandonato alla nascita. Ma ogni tanto la vita restituisce qualcosa e in questo caso lo ha fatto, mi piace pensare, attraverso il latte umano donato generosamente da altre madri, la kangaroo care regalata dalle infermiere e soprattutto una coppia adottiva che lo ama profondamente.
Nell’ultima decade il terzo principio è stato abbastanza recepito tant’è che le banche del latte umano sono state istituite in tutto il mondo (Haiden et al. 2016). Il numero di banche del latte si è triplicato negli ultimi 10 anni (HMBANA, 2017) e attualmente più di 500 banche del latte umano sono operative in oltre 37 paesi.
Il modello brasiliano rappresenta la più grande rete di donatori di latte materno al mondo con 217 banche del latte e 126 punti di raccolta del latte, regolati da una legge nazionale che stabilisce tutti i passaggi necessari per gestire una banca. Inoltre dal 1985, il Brasile ha normato l'allattamento al seno promuovendolo attraverso campagne nazionali di sensibilizzazione e programmi di donazione del latte materno e dal 1985 il tasso di mortalità infantile del Brasile si è ridotto di due terzi.
Le banche del latte umano hanno una lunga storia in India. La prima banca in Asia è stata istituita nel 1989 a Mumbai dal dott. Armida Fernandez e oggi sono presenti 21 banche del latte, principalmente nella regione occidentale.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 19, Numero 2, anno 2020
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