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L'ecografia ostetrica:
Negli anni 60 hanno dimostrato che i neonati ipotermici presentano inoltre compromissione delle capacità di superare l’acidosi metabolica provocata da ipossia intrauterina: mentre i neonati normotermici mantengono un pH relativamente normale aumentando l’eliminazione di CO2, i neonati posti in ambiente freddo non sviluppano questa capacità e sviluppano un’acidosi metabolica più pronunciata.
Le manifestazioni cliniche più precoci dell’ipotermia sono l’ipoglicemia e il distress respiratorio; man mano che l’ipotermia persiste i neonati sviluppano letargia, con respiro superficiale ed irregolare; si svilupperà inoltre bradicardia (proporzionale al calo della temperatura corporea).

Monitoraggio della temperatura

Secondo il rapporto dell’OMS è necessario uno strumento adeguato per il monitoraggio della temperatura: andrebbero utilizzati termometri con elevata sensibilità con cui si possono evidenziare anche le ipotermie significative, essendo i termometri classici capaci di leggere solo fino a 35°C.
Viene raccomandato di prendere la temperatura a livello ascellare, per motivi di sicurezza, di igiene, e di praticità: anche se la misurazione è un po’ più lunga rispetto a quella rettale (si deve mantenere il termometro per 5’), i rischi, seppur piccoli, di quest’ultima non ne giustificano l’uso.
Le misurazioni dovrebbero avvenire: alla nascita, subito dopo le prime cure al neonato, e al momento dell’ammissione al nido. Non sono raccomandate ulteriori misurazioni nel neonato sano, ma deve essere spiegato alla madre che i piedi freddi rappresentano un’indicazione ad una misurazione.
Per i neonati non sani, a rischio, e i neonati posti in termoculla o sotto a cappe radianti la TC andrebbe monitorata ogni 30 minuti [20]

Interventi per prevenire l’ipotermia

Il primo fattore che influenza la temperatura corporea del neonato è la temperatura della sala parto, o della sala operatoria in caso di taglio cesareo.
Uno studio osservazionale ampio, svolto in Cina, ha evidenziato che a temperature ambientali inferiori ai 20 °C, per riscaldare i neonati e riportarli a una TC di 36°C erano necessarie mediamente 14 ore (20)
Secondo il rapporto dell’OMS la temperatura ambientale ideale nelle sale parto dovrebbe essere di 25°C per i nati a termine senza fattori di rischio; tra i 25 e i 28 °C in caso di nati pretermine.

Non vi è un consenso sulla temperatura precisa che dovrebbe essere impostata:
secondo l’ILCOR e l’ERC la temperatura della sala parto dovrebbe essere tra 23 e 25°C per neonati < 32 settimane, e per quelli < 28 settimane l’ERC raccomanda una temperatura > 25°C.
Ci sono però evidenze che, maggiore è la temperatura della sala parto/operatoria, minore è l’incidenza di ipotermia.
In uno studio prospettico su 1764 neonati (23-33 settimane) una temperatura della sala parto < 25 °C era associata ad ipotermia a 5 minuti di vita e all’ammissione nella NICU; un altro trial (controllato randomizzato) ha evidenziato che con una temperatura di 25,1 +/- 0,6°C l’incidenza di neonati ipotermici è minore rispetto ai nati con temperatura di 22,5 +/n 0,6°C; in merito alla temperatura in sala operatoria in caso di taglio cesareo , uno studio del 2016 ha evidenziato una riduzione dei neonati ipotermici all’ammissione in TIN dal 50 al 35% aumentando la temperatura da 20°C a 23°C. [21]
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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