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Psicopatologia perinatale
La psicologia perinatale è un’area della psicologia che si occupa della salute mentale della diade madre-bambino nel periodo perinatale, e cioè durante la gravidanza e successivamente al parto fino a circa l’anno di età del bambino. Si tratta quindi di occuparsi della diade madre-bambino, del padre, della coppia e in generale del nucleo familiare, dal concepimento alla gravidanza, al parto e per il periodo di accadimento fino a circa il primo anno di vita del figlio. Spesso la nascita di un figlio comporta l’integrazione del ruolo di genitore, oltre che la modificazione dei ruoli precedenti: le continue richieste di accudimento del neonato, una nuova organizzazione del proprio tempo e delle proprie abitudini, eventuali difficoltà nell’ambito lavorativo sono solo alcune delle difficoltà che la donna incontra in questa delicata fase di vita. Anche la relazione con il partner può incontrare alcune avversità. Se a tutto ciò si sommano ulteriori fattori di rischio, quali la mancanza di una rete sociale, difficoltà finanziarie o un parto inaspettatamente problematico, etc. lo sviluppo di manifestazioni depressive di varia intensità o altre manifestazioni psicopatologiche di carattere ansioso sono eventi al quale non è assolutamente raro assistere (Zaccagnino, 2009). La psicologia perinatale si occupa inoltre di supportare le madri che vanno incontro a difficili complicazioni durante la gravidanza e a episodi di lutti perinatali.

Maternity Blues

Entro la prima settimana dal parto, una percentuale considerevole di madri sperimenta alterazioni dell’umore e instabilità affettiva, come anche tristezza, ansia, irritabilità, disturbi del sonno o scarsa concentrazione, che tendono a persistere per un paio di settimane, per poi risolversi spontaneamente:
in questo caso si parla di Maternity Blues (detto anche Postpartum Blues o Baby Blues) (O’Hara, Schlechte, Lewis, & Wright, 1991). I tassi di prevalenza riportati in letteratura variano dal 40% all’80% (O’Hara & McCabe, 2013) e le madri con storia pregressa di disturbi psichiatrici, episodi depressivi o disforia premestruale, come anche scarso adattamento sociale, sono più a rischio di sviluppare Maternity Blues dopo il parto.
A volte però il Maternity Blues può non risolversi spontaneamente, e quindi protrarsi nel tempo; allo stesso modo, può risolversi ma predisporre successivamente la donna all’insorgenza di psicopatologia nel postpartum. Reck, Stehle, Reinig e Mundt (2009) hanno trovato una correlazione significativa tra il Maternity Blues e i Disturbi Depressivi e, seppur con un campione più piccolo, anche con i Disturbi d’Ansia; questi hanno inoltre ipotizzato il Maternity Blues come un potenziale fattore di rischio per l’insorgenza di Disturbi sia Depressivi che di Ansia, sottolineando l’importanza di una valutazione precoce e selettiva.

Tra i sintomi caratteristici del maternity blues troviamo:

• Deflessione timica di grado lieve
• Sentimenti di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo di madre
• Labilità emotiva (crisi di pianto)
• Irritabilità
• Ansia
• Insonnia

Depressione Perinatale

Sebbene i sintomi della Depressione Postpartum (DPP) siano comparabili a quelli di un Disturbo Depressivo Maggiore (DDM), spesso capita che alterazioni del peso, del sonno o della vitalità vengano attribuite a cambiamenti fisiologici dovuti al parto.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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