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Psicopatologia perinatale
Tra i Disturbi d’Ansia, il Disturbo di Panico (Rambelli et al., 2010) sembra rappresentare un fattore di rischio indipendente che maggiormente predispone allo sviluppo di Depressione Perinatale non solo durante la gravidanza, ma anche se esperito in passato o se legato ad una storia familiare.

Eventi di vita stressanti

Esperienze come lutto, disoccupazione, disabilità, separazioni possono rappresentare un serio rischio per lo sviluppo di depressione, anche in coloro che non hanno una storia psichiatrica pregressa: la relazione tra eventi di vita stressanti e sintomi depressivi è stata documentata da diversi studi (Lancaster et al., 2010; Norhayati et al., 2015; O'Hara & Gorman, 2004; Robertson et al., 2004).

Supporto Sociale

Il supporto sociale è considerato un fattore protettivo contro lo sviluppo di Depressione Perinatale (Brugha, 1998; Lancaster et al., 2010; Norhayati et al., 2015; O'Hara & Gorman, 2004); al contrario, può diventare un fattore di rischio laddove non venga percepito sufficientemente soddisfacente le necessità della madre, e del bambino, o peggio ancora quando è mancante. Diversi ricercatori hanno trovato una stretta relazione tra DPP e insufficiente supporto sia emozionale che strumentale – secondo la classificazione di Robertson et al. (2004) in supporto sociale informazionale, strumentale ed emotivo (Beck, 1996; Beck, 2001; O'Hara & Swain, 1996; Seguin et al., 1999).

Ambiente

Oltre alle esperienze psicosociali stressanti, anche le condizioni ambientali e i contesti di vita particolarmente problematici possono incrementare il rischio di sviluppare depressione, soprattutto in gravidanza (Brown & Harris, 1978).
Il periodo dopo il parto, invece, è più insidioso, poiché ancora poco si sa sugli effetti a lungo termine di queste variabili sullo sviluppo di Disturbi Depressivi (Harris, Brown, & Bifulco, 1987; Harris, Brown, & Bifulco, 1990; Maughan & Lindelow, 1997).

Psicosi Postpartum

Sebbene sia un disturbo raro, la Psicosi Puerperale è caratterizzata in genere da una fase iniziale di disturbi del sonno e irritabilità, seguite da alterazioni timiche a entrambi i poli e da manifestazioni psicotiche di vario tipo, con perdita di insight, disorganizzazione del pensiero, self-neglect (spesso associato a disorientamento spazio-temporale, anomalie sensoriali, disorganizzazioni cognitive) e stati allucinatori di vario tipo (Robertson, Grace, Wallington, & Stewart, 2004; Wisner, Gracious, Piontek, Peindl, & Perel, 2003). Secondo Brockington (2004), la genesi della Psicosi Postpartum potrebbe essere favorita dalla predisposizione genetica e metabolica delle donne al Disturbo Bipolare.

Disturbo Bipolare tipo I e tipo II

I pochi studi che hanno indagato la presenza di sintomi maniacali o ipomaniacali nel periodo postpartum, riportano tassi variabili per l’ipomania (9-20%) (e.g. Heron, Craddock, & Jones, 2005; Sharma, Burt, & Ritchie, 2009), mentre Lane et al. (1997) hanno trovato che sintomi ipomaniacali a tre giorni dal parto predicevano l’esordio di DPP a sei settimane post-parto. Sebbene le gestanti con una storia pregressa di DDM siano più predisposte allo sviluppo di DPP, studi recenti hanno mostrato che una quota non irrilevante di donne può esprimere sintomatologie di tipo maniacale o ipomaniacale nel primo periodo dopo il parto, se non già durante la gravidanza (Inglis, Hippman, Carrion, Honer, & Austin, 2014).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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