Home sito | Copertina | Indice |            « Indietro Pagina [34] di 48 Avanti »
Psicopatologia perinatale
Disturbi d’Ansia

Essere apprensive e mostrare quote ansiose più elevate, in un periodo così importante per una donna, appare comprensibile, specialmente quando si tratta della prima gravidanza. Un fenomeno molto comune tra le madri è la paura, dai tratti spesso ossessivi, della Sindrome della morte improvvisa del lattante (detta anche “Sindrome della morte in culla”): le madri si svegliano più volte durante la notte, controllando la respirazione ed il tono del neonato (Sit & Wisner, 2009). Nella loro revisione, Marni e Storch (2013) affermano che i Disturbi d’Ansia affliggono con più frequenza il periodo postpartum, anche se pochi studi hanno differenziato chiaramente tra periodo prepartum e postpartum. Nello studio di Nonacs (2005), circa il 30% delle madri con diagnosi di DPP incontrava i criteri anche per un Disturbo d’Ansia, soprattutto quello generalizzato. Mentre per il Disturbo di Panico sembra che la gravidanza abbia un ruolo protettivo (Brockington, 2004), per altri Disturbi d’Ansia, come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, la gravidanza può invece segnarne un momento di insorgenza. Alcune donne possono essere ossessionate dall’idea di uccidere il proprio bambino o di fargli del male, come anche dai potenziali pericoli derivanti dall’esterno (ossessioni di contaminazione con relativi rituali di lavaggio), tra le manifestazioni più frequenti; a differenza però della Psicosi Postpartum, in questa condizione l’esame di realtà è perfettamente mantenuto (Nonacs, 2005).

Disturbo Post-Traumatico da Stress

Come per ogni altro evento di vita, anche in epoca perinatale possono occorrere eventi non previsti – complicazioni durante la gravidanza o durante il parto, eventi esterni che comportano anomalie o perdita del feto – ed essere esperiti dalle donne come fortemente traumatici (Howard, Molyneaux, & Dennis, 2014).
A considerazione di ciò, nel tempo si è fatta concreta l’ipotesi di diagnosticare un Disturbo da Stress Post-Traumatico a fronte di gravidanze particolarmente problematiche o di eventi traumatici intercorsi prima o durante il concepimento.

La depressione post-natale paterna

Il focus dei numerosi studi che negli ultimi 50 anni sono stati svolti per comprendere il fenomeno dal punto di vista biologico, psicologico e sociale è sempre stato la diade madre-bambino, con il padre che sembrava rimanere relegato sullo sfondo. Solo da circa 20 anni l’attenzione sembra essersi spostata anche in letteratura scientifica sulla triade madre-bambino-padre. La caduta della società patriarcale, l’emancipazione delle donne soprattutto in ambito lavorativo e l’interscambiabilità dei ruoli genitoriali insieme alla scoperta che esista, da parte dei padri, la ricerca di una soddisfazione psicologica e non semplicemente un obbligo morale verso i figli, hanno fatto sì che ai neo-papà venissero puntati i riflettori addosso ed attribuita un’importanza fondamentale fin dai primi mesi di vita del bambino, contemporaneamente ad un maggior coinvolgimento nella cura della prole e nel supporto emotivo e pratico della compagna.
In uno studio italiano di Pellai del 2009 condotto su un campione di futuri padri sembra essere emersa una concezione legata a stereotipi di identità di genere, in cui la maggior preoccupazione, oltre a quella economica classica di provvedere alla famiglia, è quella di come potersi ritagliare del tempo libero dopo la nascita del bambino piuttosto che soffermarsi sulle ripercussioni psicologiche e fisiche che potrebbero gravare sulla coppia genitoriale. Questo pur avendo già esperito, nel 27% dei casi, problemi di sonno legati a preoccupazioni circa l’imminente nascita e la mancanza, nel 50% dei casi, di una rete informale di supporto.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
34
            « Indietro Pagina [34] di 48 Avanti »