Psicopatologia perinatale
I futuri padri presentano effettivamente la possibilità di sviluppare sintomi somatici che potrebbero portare all’esacerbarsi di una depressione, la sindrome di Couvade nel pre partum (Trethowan e Conlon), sensazioni di fatica, irritabilità, nervosismo, incapacità di riposarsi ed ansia che possono attenuarsi nell’immediato del post-partum per poi aumentare nel corso di tutto il primo anno di vita del bambino. Le percentuali di uomini che soddisfano i criteri di depressione prima del parto sembrano rimanere costanti a 3 mesi dalla nascita del bambino (circa il 5% del campione studiato da Areias e colleghi), per poi aumentare notevolmente alla conclusione del primo anno (23.8%). Nei primi studi sull’argomento, questa depressione nell’uomo sembrava essere alimentata dal ‘vivere insieme’ la depressione post partum materna, ma ora quest’ultima sembra essere solo un fattore di rischio più che una causa: è per questo che si può parlare di una vera e propria depressione post-partum paterna, che colpisce almeno il 10% dei neo-papà (Paulson, 2010).
Non esistono ancora dei criteri per definire la depressione post partum paterna, perciò vengono usati quelli validi per la stessa problematica nelle donne, anche se così facendo non vengono prese in considerazione le differenze dei fattori sociali, biologici e di esordio. Solitamente si tende a valutare la depressione nei neo-padri con questionari self-report come il BDI (Beck Depression Inventory) o con test per diagnosticare la DPP materna. In questo senso, degno di nota è lo studio di Ramchandani e colleghi per validare l’EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale) anche per la DPP paterna.
La depressione post partum materna ha un esordio precoce rispetto a quella paterna, che esordisce in maniera più subdola e con note dal risvolto violento più evidenti, oltre a quelle tipiche di un episodio depressivo.
L’ansia, l’irritabilità e la sensazione di fallimento che gli uomini con DPP si trovano ad affrontare possono portare anche ad agiti contro la propria partner: circa 1 donna su 4 riporta di aver avuto esperienza di un outburst violento da parte del proprio partner per la prima volta durante il primo anno dal parto (Madsen, Juhl 2007).
Questo fenomeno è anche legato al fatto che sembrano entrare in gioco delle dinamiche della coppia genitoriale altamente stressanti e conflittuali dovute alla possibile diminuzione della soddisfazione coniugale, sentimenti paterni di esclusione dalla diade madre-bambino, e minor appagamento dalle interazioni con i figli.
Studiare la depressione post partum paterna si rivela importante perché sembra essere associata al rischio di difficoltà cognitive e comportamentali del bambino nel medio e lungo termine (Ramchandani et al., 2011; Paulson et al., 2009). Le difficoltà comportamentali, come iperattività, scarso controllo degli impulsi, problemi di condotta, specialmente nei bambini (maschi), sembrano essere più collegati alla DPP paterna, che potrebbe inoltre aggravare gli effetti negativi della DPP materna, qualora presente.
Avere entrambi i genitori depressi può portare, oltre allo svilupparsi di un attaccamento non sicuro nei bambini, a un funzionamento psicosociale scarso, tentativi anticonservativi nei figli adolescenti e depressione nelle figlie.
E’ inoltre un forte fattore di rischio per maltrattamento del bambino ed infanticidio: il bambino potrebbe essere infatti visto come il distruttore di un equilibrio precario ma faticosamente raggiunto o essere vittima di grave negligenza.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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