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Il neonato a termine: la trasfusione placentare
Per quanto riguarda l’outcome neonatale, la review indaga sia i benefici che gli eventuali problemi che il clampaggio tardivo potrebbe comportare. Dopo il parto vi è un aumento, correlato al clampaggio tardivo, di neonati che richiedono fototerapia per il trattamento dell’ittero: il rischio è stimato intorno al 3% per i neonati appartenenti al gruppo del clampaggio precoce e del 5% per i neonati del clampaggio tardivo, con una differenza di rischio quindi del 2% (95% CI ~0.04 a 0.00).
Questo aumento dell’incidenza di ittero non è però accompagnato da una differenza statistica significativa tra i due gruppi per quanto riguarda il riscontro di ittero clinico.
Vi è un significativo incremento nei livelli di emoglobina nel gruppo con il clampaggio tardivo rispetto al gruppo precoce (differenza media di 2.17 g/dL; 95% CI 0.28 a 4.06), sebbene questo effetto non persista oltre i sei mesi. Anche i livelli di ferritina fino a sei mesi rimangono più alti nel gruppo con clampaggio tardivo. Gli autori concludono raccomandando un approccio più libero al clampaggio del cordone ombelicale nei neonati sani a termine; in particolare alla luce delle sempre maggiori evidenze che il clampaggio tardivo possa beneficiare, anche a lungo termine, sulle riserve di ferro. “Prima di recidere il cordone ombelicale bisognerebbe aspettare almeno un paio di minuti, finché non smette di pulsare”: a fronte dei benefici derivanti dal clampaggio tardivo questo è il risultato al quale è pervenuta anche la review pubblicata sul Journal of the American Medical Association (JAMA) che include 15 studi sull’argomento, condotti su un campione di 1912 neonati.
L’unico punto in cui non vi è un accordo tra gli autori dei due studi è l’incidenza di ittero: gli autori della review del JAMA non concordano con il fatto che il clampaggio tardivo porti ad un aumento dell’incidenza di ittero che richiede fototerapia.
Concordano però sul fatto che, sebbene vi sia un aumento della policitemia tra i neonati in cui il cordone viene clampato tardivamente, questa condizione sembri essere benigna. L’unico limite della review della Cochrane Library potrebbe essere correlato al fatto che le linee guida per il trattamento dell’ittero nel corso degli anni sono cambiate e l’ultimo studio da loro esaminato risale a circa 12 anni fa. Inoltre negli studi non viene fatta menzione del fatto che il clinico che indirizza il neonato verso la fototerapia sia o meno a conoscenza del gruppo di appartenenza del neonato.
La trasfusione placentare che si verifica quando non si clampa il cordone ombelicale nei primi 3 minuti consente al neonato di ricevere una maggiore quantità di sangue con aumento della volemia, del plasma extracellulare e dell’ematocrito, della viscosità ematica, dell’ aggregabilità dei globuli rossi, dell’emoglobina e della pressione arteriosa ai quali si associa una vasodilatazione che consente una migliore perfusione tissutale, tra cui quella renale. Durante la trasfusione placentare fisiologica, l’adattamento cardiorespiratorio neonatale è quindi più graduale perché il neonato deve far fronte ad una maggiore quantità di sangue. In condizioni fisiologiche il neonato non solo si adatta bene, ma ne trae tutti i benefici. Il rispetto dei tempi consente un passaggio più protetto alla respirazione neonatale.
La perfusione polmonare, infatti, rappresenta solo l’8% della gettata cardiaca durante la vita intrauterina ma aumenta fino al 45% immediatamente dopo la nascita; il volume intravascolare extra favorisce l’espansione e quindi la transizione cardiopolmonare. La bilirubinemia è in alcuni studi leggermente più elevata (Chaparro, 2006) ma la differenza tra i due gruppi è sempre al di sotto del 3% e dopo 24-48 ore non è più significativa. Non vi sono differenze nell’incidenza di emorragia post partum, né di trasfusione feto/neonato-materna
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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