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La Kangaroo care:
A tre mesi di distanza dal parto, dopo un consulto psichiatrico, le viene diagnosticata la depressione post-partum e le viene prescritta adeguata terapia farmacologica associata a psicoterapia. Al momento del ricovero i suoi sintomi sono peggiorati e, dopo una valutazione con la Scala di valutazione del legame madre-figlio, si è deciso di integrare la terapia farmacologica (che non stava dando miglioramenti) con sessioni di KC. Ogni sessione, della durata di due ore circa, veniva eseguita in una stanza singola insieme al padre. Durante le prime sessioni lei era a disagio e gli sorrideva appena. Per consentire alla paziente di acquisire fiducia in sé stessa, le ostetriche hanno suggerito di tenerlo in braccio mentre era di buon umore, di osservarlo nei suoi comportamenti e di provare ad esprimere le sue emozioni. Anche il marito è stato incoraggiato dalle ostetriche a partecipare alle sessioni di KC, ricreando la triade familiare.
In seguito a questo intervento la donna ha iniziato a mostrare maggiori segni di coinvolgimento emotivo. Il 114esimo giorno è stata dimessa ma il trattamento con KC è proseguito a livello ambulatoriale e domiciliare, in associazione a un continuo supporto nelle attività di cura del neonato. A 9 mesi di distanza il suo punteggio sulla scala di valutazione del legame madre-figlio era nettamente migliorato (MIBS=5), così come il punteggio della scala di valutazione Hamilton per la depressione (HRSD=6).
È chiaro che la patogenesi della depressione post-partum è abbastanza complessa e che molteplici sono i fattori che concorrono nella sua insorgenza ma il caso appena descritto, sicuramente rappresenta un esempio di come un semplicissimo strumento, quale la KC, possa fare la differenza.

CONCLUSIONE

La KC rappresenta un valido strumento per favorire e promuovere la nascita del legame affettivo genitore figlio.
I risultati ottenuti mostrano una correlazione positiva sia per quanto riguarda il rapporto madre-figlio sia per quanto riguarda la figura paterna, spesso erroneamente trascurata.
Nei genitori, gli elementi che vanno a costituire i principali componenti della KC riescono a provocare effetti importanti da un punto di vista relazionale, quali migliore interazione, maggiore sensibilità verso il piccolo, migliore capacità di rispondere ai bisogni del bambino, maggior coinvolgimento, maggiore fiducia in sé stessi.
Da un punto di vista neuroendocrino è stato dimostrato non solo un aumento di secrezione di ossitocina, ma anche una contemporanea diminuzione della secrezione di cortisolo. Ciò causa maggior coinvolgimento nella relazione affettiva col bambino e minore percezione dello stress.
La KC è in grado di attivare aree cerebrali coinvolte nel suscitare comportamenti relazionali ed emozioni indispensabili per la formazione del legame genitore-figlio. Ponendo come base salda il fatto che la KC produce effetti positivi sull’umore materno, sulla percezione della propria capacità di prendersi cura del piccolo ma soprattutto sulle interazioni emotive tra i due protagonisti di questo legame, si deduce facilmente che un suo utilizzo in contesti di patologia psichiatrica in puerperio non può essere totalmente escluso. I complessi meccanismi di insorgenza di patologie psichiatriche in puerperio possono essere influenzati da molteplici fattori, i quali possono identificarsi con fattori legati alla personalità dei genitori, fattori genetici, fattori ormonali, fattori legati alla gravidanza e alla sfera riproduttiva, fattori legati al contesto familiare in cui si è cresciuti, fattori socio-culturali e molti altri ancora. Dunque l’ipotesi secondo cui la KMC possa influenzare in maniera positiva e diminuire il rischio di insorgenza di disturbi del legame necessita di ulteriori prove a sostegno.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 25, Numero 3, anno 2022
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