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Il modello di Care della fondazione Robert Hollman
A conclusione del percorso di consulenza, è possibile che per alcune famiglie il lavoro in Fondazione prosegua con una presa in carico settimanale. Attraverso il delinearsi di un progetto personalizzato, si individuano i bisogni del piccolo articolando l’intervento con i professionisti adeguati.

Nei primi anni di vita il lavoro è focalizzato nell’aiutare i bambini a scoprire il mondo attorno a loro in un contesto terapeutico protetto e pensato a loro misura. Ci si sofferma in particolare sui processi di integrazione plurisensoriale del bambino: sviluppare gli altri sensi come canali principali di conoscenza non è automatico e richiede tempo e impegno costante. Le proposte sono specifiche e possono essere individuali o di piccolo gruppo in contesti ludici e creativi appositamente adattati alle caratteristiche sensoriali del bambino. In parallelo, la possibilità di poter osservare il lavoro in stanza con la presenza dei genitori, permette di accompagnare, sostenere e guidare l’adulto in questo primo approccio al mondo del deficit visivo scoprendo insieme oltre che le fragilità, anche alcune conquiste difficili da pensare o immaginare. Inoltre, può essere una fonte di ispirazione per mamma e papà nell’ attuare i primi adattamenti ambientali e proporre ai loro figli giochi piacevoli e accessibili anche in casa e nella loro vita quotidiana.

Con la crescita, man mano che il mondo intorno al bambino si amplia e si arricchisce, anche il progetto si modifica e si pone maggior attenzione a far crescere e maturare una certa consapevolezza delle caratteristiche della disabilità visiva nelle persone che circondano il bambino. Tale consapevolezza permette i corretti adattamenti ambientali e l’utilizzo di materiale specifico e adeguato nei diversi contesti di vita quotidiana e sociale, come per esempio il contesto scolastico.
Si provi a immaginare l'effetto a lungo termine sulla vita di un bambino che vorrebbe imparare, ma che non è messo nelle condizioni di poterlo fare perché non ha a sua disposizione strumenti, materiali e modalità a lui adatti.

Dall'età scolare la Fondazione propone anche attività di gruppo che hanno l’obiettivo primario di aiutare i bambini a confrontarsi con coetanei che vivono simili situazioni di disabilità visiva e che favoriscono inoltre l’emergere di competenze legate alle autonomie della vita quotidiana.
La possibilità di offrire uno spazio protetto, guidato da educatrici e terapiste, permette ai ragazzi una maggior libertà di parola, depositando in un contesto protetto emozioni ed episodi che vivono e sperimentano nella loro quotidianità.
Tra le proposte ci sono gruppi di cucina, di gioco creativo, di attività musicali, di parola e di ascolto e gruppi che permettono di iniziare a fantasticare e progettare il futuro.
Questo contesto sostiene i bambini e i ragazzi nel maturare sia a livello individuale che sociale attraverso relazioni e amicizie significative che possono continuare anche all’esterno della Fondazione.

All’età di quattordici anni il percorso di presa in carico si conclude e i bambini e le famiglie che sono state accompagnate sono pronte a proseguire il loro cammino in autonomia, anche grazie alla rete esterna costruita nel tempo. Naturalmente, anche dopo i quattordici anni, le porte della Fondazione rimangono aperte, qualora si presentassero esigenze speciali.

Conclusioni

Nascere con una disabilità visiva o perdere la vista, significa riorganizzare la conoscenza del mondo circostante attraverso la maturazione e lo sviluppo di tutti gli altri sensi.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 26, Numero 1, anno 2023
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