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Conosci il pianto del neonato?
- La presenza di urine o meconio o feci nel pannolino che procurino fastidio da contatto, il pannolino aumenta sensibilmente la temperatura locale per sua peculiarità e quindi le secrezioni organiche possono accentuare una flogosi da contatto per questa temperatura
- Stimoli fisici ambientali improvvisi ed intensi : acustici o luminosi
- Infine la necessità di una consolazione, di «coccole» o semplicemente di relazione con la madre attraverso i sensi: le labbra che cercano il capezzolo del seno materno, succhiare il colostro/latte materno, la ricerca del contatto con la pelle della madre, udire la sua voce, riconoscerne il volto o lineamenti, riconoscere il suo odore espresso dal colostro e dalla cute.

L’intensità elevata, a volte « inconsolabile », a 80 - 115 decibel, del pianto del neonato in alcune circostanze induce i genitori in difficoltà, a portare in neonato in P.S. Pediatrico per un riscontro clinico, esponendolo a loro insaputa, a condizioni ambientali di rischio infettivo.
In altre rare ma malaugurate occasioni il pianto « inconsolabile » del neonato che non trova spiegazione o soluzione consolatoria da parte dei genitori o di chi lo assiste in quel momento, si giunge ad istituire la grave « sindrome da scuotimento » (shaken baby syndrome) conseguente a sballottamenti inconsulti del corpo e del capo, che a questa età non può essere sorretto adeguatamente dal neonato: si determinano microemorragie cerebrali o lesioni articolari o cutanee con danni irreparabili.

Se la manifestazione saliente del neonato consiste nel pianto univoco, con tutte le possibili motivazioni che abbiamo già esposto, ciò non ci esime dal compiere il massimo sforzo speculativo per comprenderle ed attivare quantomeno modalità di soluzione o di consolazione provvisoria.
La manifestazione più frequente è costituita dal cosiddetto: pianto inconsolabile, definizione che già di per se esprime a priori l’apparente incapacità di chi assiste il neonato nel comprenderne la spiegazione.

In questa circostanza si tende ad attivare quantomeno un approccio con il bambino, che prescinde a questa età dal sesso, che sopperisca quantomeno ad una modalità consolatoria.
Di fronte ad un neonato che manifesti pianto inconsolabile i genitori vedono crollare inesorabilmente le loro capacità relazionali e sovente ritengono di consultare e delegare al personale di nursering o ad al medico la ricerca e la individuazione di una soluzione, imposta in ogni caso da un evidente condizione di umano disagio del neonato.
Si riconosce indifferibile la priorità di escogitare una soluzione.
Proprio l’umanizzazione di un approccio e relazione con il neonato sembra dover caratterizzare tale modalità.
Il pianto del neonato esplica una funzione comunicativa di disagio o meno non quantificabile.
La emissione delle lacrime presente soltanto nei mesi successivi ha un ruolo di rinforzo della credibilità di tale messaggio. Il neonato piange senza lacrime.

Le tecniche messe in atto allora in queste circostanze possono essere riassunte:

- Il semplice abbraccio
- Il metodo holding
- Il bonding
- Il massaggio neonatale
- Il metodo Mamaj, proposta innovativa dell’autore

Nella pratica medica professionale, l’osservazione del paziente si avvale di due momenti clinici fondamentali:
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 27, Numero 2, anno 2023
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