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Conosci il pianto del neonato?
- Osservazione semplice senza contatto fisico, di come il paziente si pone con il medico: postura, movimenti, espressioni mimiche, sguardo, voce
- Osservazione tramite approccio verbale ed ascolto, e svolgimento delle fasi della semeiotica medica: ispezione, palpazione, auscultazione, percussione.

L’esperienza svolta per molti anni in P.S. Pediatrico, ha consentito all’autore di affrontare sovente situazioni cliniche problematiche come quella definita eufemisticamente: « neonato con pianto inconsolabile».
L’accesso in P.S. avviene più spesso nelle ore notturne.
Riportiamo 2 casi di esempio: i genitori portano un neonato di 15 gg di vita e un neonato con meno di tre mesi.
Entrambi mostrano un « pianto inconsolabile », ad alta tonalità subcontinuo che deflette quando l’iperventilazione connessa porta ad iperossia il bambino. Subentra quindi una inibizione da parte del centro respiratorio a carattere compensatorio, quindi il pianto riprende vigoroso. Il pianto è continuo, con palpebre serrate in genere senza lacrime, il volto è roseo o congesto, i quattro arti sono in ipertono e flessione, non hanno in apparenza, alcuna difficoltà respiratoria: sembra un pianto espressione di grave disagio.
Le due condizioni non sono paritetiche: nella prima evenienza il neonato presenta generalmente problemi di alimentazione, nel secondo caso può essere espressione di disturbo funzionale, riduttivamente spesso riferito a coliche gassose o al contrario reale patologia organica.
Nella prima evenienza l’anamnesi verterà sul rapporto alimentare del neonato con la nutrice o nella modalità di allattamento: materno o artificiale.
Nel secondo caso l’anamnesi esplorerà aggiuntivamente, eventuali indizi di natura patologica, ricorrendo o preferibilmente meno, a diagnostica di laboratorio o strumentale.

In entrambi i casi l’osservazione preliminare del bambino adagiato in braccio alla madre, quindi sul lettino di visita sarà già in grado di fornire elementi di valutazione.
La successiva necessaria osservazione durante l’esecuzione della valutazione clinica con controllo dei parametri vitali, potrà fornire ulteriori elementi al medico. Verificata il più delle volte l’apparente innocuità della manifestazione clinica, il neonato o lattante viene generalmente, rimesso nelle braccia genitoriali e dimesso con indicazioni di controllo clinico del curante a breve termine.

In questa fase prodromica alla dimissione, con il bambino ancora in preda a pianto, l’autore ha osservato in numerose occasioni come una semplice apposizione statica con intenzione consolatoria istintiva, delle mani sul torace e dorso, a contatto della pelle o tutina del bambino, nel giro di meno di tre minuti era seguita da una progressiva riduzione del pianto, fino ad un rilassamento del piccolo, che riduceva parimenti la contrazione in flessione dei quattro arti.
L’effetto «cosmetico» di tale procedura sembrava mantenersi per ulteriori minuti e veniva così considerata di primo acchito un effetto equivalente a «coccole» o cullamento.

L’osservazione e la sperimentazione di tale metodologia è stata quindi ripresa e riprodotta al Nido neonatologico su numerosi neonati sani.

Nell’organizzazione abituale quotidiana del Nido, nelle prime ore del mattino tutti i neonati presenti in reparto nelle loro culle, dopo la notte seguita al rooming in o meno, sono allineati in attesa delle prime pratiche assistenziali.

In questa occasione è riscontro comune che circa un terzo di neonati presentino pianto subcontinuo.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 27, Numero 2, anno 2023
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