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La depressione post-partum

Fattori di rischio e screening per la DPP

Le cause della DPP sono ancora tutt’oggi oggetto di controversie, dibattito e ricerca, principalmente concernenti i contributi dei diversi fattori presi in considerazione sulla comparsa di tale disturbo; i principali modelli interpretativi prevedono la contemporanea considerazione di fattori biologici, psicologici e sociali nella valutazione della condizione di vulnerabilità psicologica della madre dopo il parto.
Gli studi presenti in letteratura hanno permesso di stratificare i principali fattori di rischio per la DPP in diversi livelli di impatto.

Tra i principali si riscontrano:

Fattori di rischio da forti a moderati:

 - Ansia, stress, depressione in gravidanza
- Pregressa DPP o baby blues
- Storia psichiatrica pregressa
- Famigliarità
- Eventi di vita stressanti
- Isolamento sociale
- Rapporto conflittuale con il partner o Fattori a rischio moderato
- Personalità
- Riorganizzazione del sistema famigliare
- Transizione verso la maternità
- Sostanze di abuso

Fattori a basso rischio:

- Età
- Primiparità
- Condizioni medico/ostetriche
- Vissuto del parto
- Allattamento difficoltoso o giudizio sulla scelta di non allattare
- Taglio cesareo
- Condizioni di vita precarie


Per poter porre diagnosi di DPP, il DSM-V indica come necessaria la presenza di almeno cinque dei seguenti sintomi elencati, che devono essere presenti ogni giorno, per un minimo di due settimane:


- Umore depresso
- Anedonia
- Perdita/aumento di peso o riduzione/aumento dell’appetito
- Insonnia/ipersonnia
- Agitazione/rallentamento psicomotorio
- Fatigue
- Sentimenti di autosvalutazione/colpa
- Ridotta capacità di concentrazione
- Pensiero ricorrente di morte/ideazione suicidaria/tentato suicidio

Di questi, almeno uno deve essere rappresentato da umore depresso o anedonia, ovvero perdita di interesse o piacere per tutte le attività.
Non vanno però trascurati i disturbi nella relazione madre-bambino e l’eventuale compromissione di tale interazione.

Per quanto riguarda i test disponibili, non si può parlare di veri e propri strumenti per la diagnosi, ma di strumenti di screening, in quanto essi non possono sostituire né il colloquio né l’osservazione clinica, ma risultano di particolare utilità per monitorare lo stato di salute mentale della donna, al fine di individuare precocemente le situazioni a rischio. Lo strumento di screening maggiormente utilizzato è l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) in quanto, ad oggi, è l’unico test di screening ad essere riconosciuto a livello internazionale e ad essere stato validato sia per la gravidanza che per il post-partum.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 27, Numero 2, anno 2023
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