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Rooming – in: tra buone pratiche e influenza dei social media
e il 78,5% (193) afferma di aver frequentato gli incontri di accompagnamento alla nascita (IAN) (TABELLA 2);
 

Tabella 2

pertanto, è facilmente identificabile come il 12,2% delle puerpere non ha ricevuto le dovute informazioni pur avendo frequentato gli IAN, nei quali la pratica del Rooming – in dovrebbe essere ampiamente discussa. Le puerpere che non hanno ricevuto informazioni nel corso della gravidanza sono il 33,7%, ovvero 83 puerpere su 246. Il 67,9% (167) ha affermato di aver avuto difficoltà durante la degenza ospedaliera, per lo più a causa della stanchezza (71,9%) e del dolore alla ferita chirurgica (54,5%). Solo il 56,9% (140) ha dichiarato di essersi sentita supportata nell’allattamento al seno, rispetto al 43,1% (106) (TABELLA 3).
 

Tabella 3

Il 30 gennaio 2023 la stampa nazionale ha divulgato la notizia della morte di un neonato durante la pratica del Rooming - in.
Dell’intero campione di donne (318), il 95,3% (303) ha affermato di averne sentito parlare e, la maggioranza (il 73,6%), alla notizia ha provato profondo dispiacere, seguito da rabbia (54,1%) e sconforto (40,3%); il 22,3% (71) delle donne ha provato paura e il 5,7% (18) ha provato senso di inadeguatezza (TABELLA 4).
 

Tabella 4

Il 16,4% (52) ammette di sentirsi influenzato (TABELLA 5)

Tabella 5

e il 25,8% (82) non sceglierebbe in futuro un ospedale in cui viene praticato il Rooming – in (TABELLA 6).

Tabella 6

Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 27, Numero 2, anno 2023
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