Il ruolo del microbiota del latte umano nel proteggere o predisporre alla mastite
Con la mastite subacuta, i pazienti possono riferire una storia di mastite batterica acuta precedentemente trattata, il parto cesareo, l'estrazione esclusiva, l'uso del paracapezzoli e altre circostanze che alterano il microbioma del latte. I pazienti possono presentare bruciante dolore, vescicole sui capezzoli, aree ricorrenti di indurimento o congestione, e potrebbe presentare un'iperlattazione irrisolta.
FATTORI MEDICI
L'uso di antibiotici per la mastite infiammatoria disturba il microbioma mammario e aumenta il rischio di progressione verso la mastite batterica.
Inoltre, l'uso non selettivo di antibiotici promuove lo sviluppo di agenti patogeni resistenti.
La profilassi antibiotica non ha dimostrato di essere efficace nella prevenzione della mastite.
Va notato che molti antibiotici e farmaci antifungini hanno proprietà antinfiammatorie e questo potrebbe spiegarne il motivo per cui le donne provano sollievo quando li assumono.
In presenza di febbre e/o dolore può essere utile somministrare Paracetamolo o farmaci antinfiammatori come l'Ibuprofene (compatibili con l'allattamento).
Se i sintomi persistono per più di 12-24 ore ed è presente febbre, è preferibile che la mamma stia a riposo e che venga contattato il medico curante al fine di iniziare una terapia antibiotica.
Di solito si preferiscono antibiotici della classe delle penicilline (ad esempio l'Amoxicillina o la Dicloxacillina), somministrati per bocca.
In alternativa si possono utilizzare farmaci del gruppo delle cefalosporine.
La terapia antibiotica dovrebbe essere protratta per 10 giorni.
Se non si assiste a un miglioramento clinico dopo 48-72 ore di terapia antibiotica appropriata, è utile effettuare un'ecografia della mammella per escludere la presenza di un ascesso. L'ascesso è infatti una delle complicanze della mastite e richiede l'intervento del chirurgo che provvederà all'incisione e al drenaggio del seno colpito dalla mastite.
I
probiotici potrebbero essere efficaci sia per il trattamento che per la prevenzione della mastite.
L’uso del condizionale deriva dal fatto che non sono stati effettuati ancora molti studi scientifici sul latte materno.
In una recente meta-analisi del 2022, si evidenziava come l’incidenza della mastite nelle donne che assumevano probiotici era significativamente inferiore a quella delle donne che assumevano il placebo. Gli studi valutati sono solo 3.
Fig. 3 Diagramma dell'incidenza della mastite da lattazione
Segnaliamo che, invece, la letteratura è molto più ampia nello studio della mastite bovina trattata con i probiotici. La ricerca si è focalizzata sull’argomento in quanto la mastite bovina provoca ingenti danni economici e l’uso eccessivo di antibiotici ha ridotto l’efficacia del trattamento. I risultati alla luce degli studi sono molto positivi e promettenti.
Il probiotico dovrebbe contenere Limosilactobacillus fermentum (classificato precedentemente come Lactobacillus fermentum) o, preferibilmente, Ligilactobacillus salivarius (precedentemente classificato come Lactobacillus salivarius). I ceppi selezionati di queste specie batteriche possono essere efficaci contro agenti patogeni della mastite.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 28, Numero 1, anno 2024
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