È sostenibile l’allattamento materno di due o più figli?
INTRODUZIONE
L’allattamento materno di gemelli, l’allattamento in gravidanza e in tandem sono le tipologie di allattamento
meno frequenti e socialmente meno incoraggiate.
Una delle ragioni principali di questo è la fatica della nostra società ad accettare l’allattamento al seno come
un processo fisiologico e vantaggioso sia per il bambino, sia per la madre, che per la famiglia stessa.
Come
per l’allattamento materno del singolo bambino, anche in questi casi i pregiudizi sono basati su informazioni
scorrette e addirittura esasperati: come ad esempio che il latte materno non è sufficientemente nutriente
soprattutto quando sono coinvolti più bambini; non è possibile produrre una grande quantità di latte
adeguata alle esigenze; l’allattamento non favorisce l’autonomia del bambino; c’è una certa insorgenza di
complicanze per la salute dei bambini o della gravidanza; l’allattamento prolungato si tratta di un vizio, di
qualcosa di inutile o persino dannoso per la salute emotiva del bambino; e così via.
Considerando la gestione quotidiana di più figli piccoli in famiglia, la situazione può essere, rispetto a quella
di un unico bambino, più difficile e impegnativa: perché il numero di membri in famiglia è maggiore; per la
necessità di mettere in campo più risorse fisiche, psicologiche, emotive e concrete; perché c’è l’esigenza più
forte di instaurare un certo equilibrio che permetta di sopravvivere al quotidiano.
Ci si domanda dunque se l’allattamento al seno è un ostacolo per il raggiungimento di un equilibrio familiare
sostenibile nei casi di una nascita di gemelli, di un arrivo di una nuova gravidanza mentre si sta allattando
ancora un figlio, di una nascita di un neonato quando ancora non si è concluso l’allattamento dell’altro figlio.
E come un operatore potrebbe sostenere una famiglia che si trova a dover gestire l’allattamento e
l’accudimento di più figli in tenera età?
Considerando che ogni famiglia è unica, composta da un certo numero di membri che attuano scelte
specifiche, in un ambiente di vita irripetibile, l’operatore può focalizzare i suoi interventi su:
- fornire informazioni, affinchè la famiglia con consapevolezza possa affrontare le scelte
- dare sostegno, perché possano essere messe in campo le strategie migliori per vivere il più serenamente
possibile la quotidianità e superare i momenti stressanti
- infondere fiducia nel ruolo genitoriale, nelle risorse dei bambini e nel lavoro di squadra (includendo anche
nonni o caregivers, il cui compito è quello di contribuire all’armonia della famiglia), affinchè si stabilisca un
equilibrio sia dal punto di vista pratico che psicologico ed emotivo.
Si indagano dunque le tre casistiche e infine le relazioni particolari che caratterizzano questo tipo di famiglie
ALLATTAMENTO DI GEMELLI
Negli ultimi decenni, grazie alla diffusione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, il numero
delle gravidanze gemellari indotte è aumentato e i gemelli o trigemini rappresentano il 3% di tutti i nati.
In questi casi la scelta di non iniziare o sospendere precocemente l’allattamento è favorita da svariati fattori:
come la convinzione interiore della madre di non allattare, le malattie materne o i problemi mammari, le
malattie infantili, il parere avverso da parte del medico, la scarsa disponibilità di latte, il poco tempo a
disposizione, bambini con suzione debole, la scarsa collaborazione del partner nelle cure dei figli, il grado
d’ansia materna.
A questi aspetti, se ne potrebbero aggiungere altri a svantaggio della produzione di latte
come: la prematurità, il taglio cesareo o parto cesareo, l’analgesia intrapartum, la separazione della madre
dai bambini, uno o più bambini malati, la mancanza di fiducia in sé o di sostegno competente.
Ma è necessario affermare che allattare i gemelli non è un’impresa impossibile: i gemelli possono e devono
di essere allattati.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 28, Numero 1, anno 2024
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