Il Nido Psichico Rappresentazionale. Spazio e Tempo della Genitorialità.
Essa permette la sopravvivenza fisica stessa del
neonato e il suo sviluppo: la teoria dell'attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980) evidenzia come la
vicinanza alla figura di riferimento e la costanza delle cure permettano al bambino la sua evoluzione
nel mondo. Il legame di attaccamento vede la sua origine già nell'investimento affettivo dei genitori
nei confronti del piccolo accolto nel ventre materno, definito in prima battuta da Cranley (1981)
"attaccamento materno-fetale" e successivamente "attaccamento prenatale" (Condon, 1993; Muller,
1993). Tale investimento viene fatto attraverso il prendersi cura del proprio figlio nei nove mesi di
gravidanza: occuparsi della propria salute e di quella del piccolo, parlargli, cantare delle canzoni per
lui, accarezzare la pancia per cercare di stabilire un contatto, condividere col proprio partner fantasie
rispetto alla genitorialità sognata. Immaginare il proprio figlio e la propria esperienza genitoriale
permette ai genitori di costruire a poco a poco quel Nido Psichico Rappresentazionale in cui
accogliere le rappresentazioni di Sé e del proprio bambino, arredando tale spazio mentale di emozioni,
ricordi, fantasie e speranze.
L'interazione tra Campo Organismo Feto e Campo Organismo Madre determina occasioni
esperienziali che, a loro volta, consentono l'apprendimento e l'acquisizione di competenze: è a partire
dalla relazione stessa che il futuro individuo costruisce il proprio Sé. A tal riguardo, Righetti (2007)
parla di un Sé Prenatale inteso come Sé emergente del Sé emergente di Stern (1987). La mente nasce,
dunque, grazie alla relazione, la quale esprime così tutta la sua potenza. Pertanto, è rilevante
sottolineare come gli aspetti relazionali prenatali possano determinare conseguenze anche complesse.
Le modificazioni dei parametri ambientali influenzano lo sviluppo cerebrale e dell'organismo nel suo
insieme, attraverso processi epigenetici, i quali modificano l'espressione dei geni: il fenotipo è, in altre
parole, influenzato dalla specificità dell'ambiente in cui l'organismo ha avuto il suo sviluppo.
Questi
cambiamenti nell’espressione genica sono detti marcature o segnature epigenetiche. Le influenze
ambientali possono continuare a determinare conseguenze importanti anche nelle generazioni
successive, come evidenziato da Balc (2015). In particolare, l'autore sottolinea come anche i traumi
subiti prima del concepimento possano essere trasmessi alla prole nata dopo l'evento traumatico. Si
parla, in tal caso, di epigenetica trans-generazionale: vi è la trasmissione di una segnatura epigenetica
ad una generazione, potenzialmente la quarta, che non è stata esposta al fattore ambientale che ha
indotto tale segnatura. A tal proposito possiamo fare riferimento allo studio di Yehuda (2016)
pubblicato nella rivista BiologicalPsychiatry, nel quale l'autore fa notare come, nonostante ci siano
fondamentalmente poche opportunità di esaminare le alterazioni biologiche di soggetti esposti ad un
trauma, nonché dei figli nati dopo l’evento, siano comunque ben chiare le modificazioni a livello
genetico derivanti dal trauma della generazione precedente. Uno dei gruppi più studiati in questo senso
sono i figli dei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti: grazie al lavoro di Yehuda e
collaboratori è emerso come gli aspetti traumatici, difatti, fossero presenti sia nei genitori sia nei
discendenti, rappresentando un esempio della trasmissione intergenerazionale del trauma genitoriale.
Risulta importante, partendo da questi risultati, riflettere su come Campo Organismo Madre e Campo
Organismo Feto siano in continua interazione e come ciascuna variazione ambientale possa influire
sull'evoluzione fetale, determinando conseguenze che possono continuare a permanere anche
successivamente alla nascita.
Le emozioni materne in gravidanza possono essere trasmesse al feto,
come accade per l’ossigeno e gli elementi nutritivi, tramite cambiamenti nei parametri e nelle
configurazioni dell’ambiente uterino che il feto percepisce e ai quali reagisce, adattandovisi.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 28, Numero 1, anno 2024
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