Prendersi cura di chi si prende cura: supporto alla genitorialità in Terapia intensiva neonatale
Nel caso di nascita prematura, la gravidanza sarà interrotta precocemente, determinando un incontro
prematuro non pensabile, traumatico tra genitore e bambino, viaggiatori disorientati, impreparati e spaventati
dall'incertezza di quello che sarà e dal panorama che a malapena risulta visibile oltre la nebbia. Il percorso di
evoluzione e maturità che caratterizza la gravidanza non sarà, pertanto, completato e i genitori si ritroveranno
a fare i conti con una realtà ben diversa rispetto alle immagini formatesi nel proprio Nido Psichico Rappresentazionale: una separazione forzata caratterizza il post-partum, l'incertezza del domani è la sola
costante e la paura di non riuscire a tenere tra le proprie braccia il figlio tanto sognato e desiderato diventa
sempre più grande.
I viandanti sono a questo punto scoraggiati e temono di non riuscire a ritrovare la via, in
preda ad un lutto che riguarda non solo la perdita dell'immagine del bambino immaginato durante il periodo
dell'attesa ma anche dell'immagine della propria genitorialità sognata. I sentimenti di ansia, paura,
disorientamento e perdita prendono il sopravvento all'interno del Nido Psichico Rappresentazionale, il quale
risulterà così carico di immagini spaventanti relative al futuro.
In due studi (Lindberg&Orling, 2008; Hollywood&Hollywood, 2011) citati nel volume "Psicologia
Clinica Perinatale. Dalla teoria alla pratica", a cura di Quatraro e Grussu (2018), vengono evidenziate le
tematiche comuni riguardanti la genitorialità prematura, emergenti da interviste narrative fatte a genitori
ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale.
Nel primo studio citato, pubblicato nel 2008, le tematiche emerse riguardavano:
1. l'inatteso parto prematuro, il quale era risultato essere per le madri un'esperienza traumatica:
si sentivano impreparate, derubate della felicità che credevano la nascita avrebbe donato
loro;
2. i sintomi ansiosi, che risultavano pervasivi e determinati dalla paura costante che il bambino
non sopravvivesse;
3. la separazione del genitore dal proprio figlio e il vissuto logorante che ne scaturiva;
4. la difficoltà di conciliare la vita familiare con il tempo da dedicare in TIN al proprio
bambino;
5. l'importanza percepita relativamente al sostegno ricevuto da personale preparato, il quale
aveva avuto cura dei loro pensieri e desideri durante la permanenza in Terapia Intensiva
Neonatale.
Il secondo studio a cui ho fatto riferimento (2011) ha focalizzato principalmente la sua attenzione
sull'esperienza paterna, evidenziando:
1. vissuti di ansia e paura di fronte alla prematurità;
2. la presa di coscienza relativa al fatto di essere papà di bimbi prematuri;
3. senso di impotenza;
4. la difficoltà di gestire i vincoli imposti dalla vita lavorativa;
5. l'importanza di ricevere informazioni e sostegno da parte del personale sanitario.
Riporto di seguito le parole di un papà di due gemelli prematuri, passaggio presente in questo
secondo lavoro e trascritto nel volume di Quatraro e Grussu: «All'inizio, è stata la cosa più spaventosa.
Quando siamo entrati e li ho visti, sentivo che le mie gambe non mi reggevano più. Mi sono sentito così
impotente... non c'era nulla che potessi fare per loro».
Il sentimento di impotenza è enorme, ci si sente
disarmati e non pronti ad affrontare qualcosa di così impensabile. I papà vivono uno scenario complesso,
costituito da sentimenti di paura e di angoscia per la salute della propria compagna e del proprio bambino.
Spesso il senso di responsabilità diventa troppo grande e oscura le emozioni, le quali saranno negate al
mondo interno e esterno per riuscire a rimanere presente per la propria famiglia. I vissuti emotivi paterni
richiedono cura e attenzione, in modo tale da permettere al papà di riarredare il proprio Nido Psichico
Rappresentazionale di immagini nuove di genitorialità, così da poter essere porto sicuro per la propria
famiglia.
Possiamo osservare come il viaggio verso la propria genitorialità autentica possa essere sempre
riprogrammato e riorganizzato attraverso itinerari altri, nuovi scenari e orizzonti da esplorare.
Difatti, il
viaggio di crescita e evoluzione dell'uomo e della donna, che si accingono a divenire padre e madre, parte dal
desiderio di genitorialità e prosegue nelle varie epoche del ciclo di vita familiare, attraversando i
cambiamenti che la vita determina e ridefinendo il proprio itinerario sulla base delle richieste dell'ambiente;
le mappe utilizzate per orientarsi, ovvero i Modelli Operativi Interni (Bowlby, 1969,1979) della madre e del
padre, sono in continua evoluzione, attraverso una riorganizzazione finalizzata al raggiungimento di un
equilibrio tra passato, presente e futuro.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 29, Numero 2, anno 2024
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