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Il Congedo Parentale

Il congedo parentale in Europa

A far meglio, e non solo in Europa, è la vicina Spagna. Già dal 2021, infatti, il congedo parentale è fissato a 16 settimane per ciascun genitore, con un indennizzo pari al 100% della retribuzione. Di queste, le prime 6 sono obbligatorie subito dopo la nascita della prole, mentre le successive 10 sono facoltative e i genitori potranno scegliere se utilizzarle a tempo pieno o part time.

In Portogallo, invece, i genitori possono richiedere o 150 giorni indennizzati al 100% o 180 giorni indennizzati all’80% dello stipendio. Inoltre, entrambi i genitori possono usufruire di altri tre mesi a testa in caso di lavoro con formula part-time. 

In Norvegia per i genitori sono previsti dodici mesi di congedo retribuito suddivisi in una quota destinata alla madre e una al padre (o all’altra mamma) e in un periodo che può essere liberamente condiviso tra i due genitori.
Ciascuna quota genitoriale è composta da un minimo di quindici settimane con retribuzione al 100% a un massimo di diciannove settimane con retribuzione all'80%.

In Svezia ogni genitore ha diritto a ben 480 giorni di congedo, quindi circa 16 mesi, 90 riservati alla madre e 90 al padre, indennizzati tutti all’80% dello stipendio.

In Danimarca invece c’è ancora una certa differenza tra il congedo concesso alle mamme e quello per i papà, su un totale di 52 settimane infatti, 2 sono del papà, 14 della mamma, il resto da spartire in modo equo.

In Finlandia, infine, sono previsti 164 giorni di congedo per genitore. Un modo del Governo per parificare la durata del congedo per mamme e papà, aumentandolo per entrambi fino a 6 mesi.

La Germania ha introdotto negli ultimi anni un congedo parentale flessibile per consentire ai genitori di lavorare fino a 32 ore settimanali per massimo 24 mesi; e così pure la Polonia ha esteso il congedo a 36 settimane, di cui 20 retribuite al 100%.

Da questo breve quadro emerge che i Paesi scandinavi sono da sempre all’avanguardia per tutto ciò che concerne il sostegno alla famiglia e più in generale all’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro.
In particolare è da notare che Spagna e Portogallo hanno introdotto gli stessi permessi per mamme e papà.

Si tratta di una decisione che incoraggia a ripensare la genitorialità in termini attuali e affini alle nuove sfide sociali, che vogliono entrambi i genitori coinvolti nella cura della prole sin dai primi giorni di vita. 
Sostenere l’uguaglianza di genere in termini di diritti e doveri della genitorialità significa anche ridurre quel gap, ancora troppo ampio, fra donne e uomini nel mondo del lavoro.

Il congedo di paternità

Negli ultimi anni, l'importanza del coinvolgimento paterno nei primi giorni di vita di un bambina/o è stata oggetto di crescente dibattito e riconoscimento.
Il congedo di paternità non è solo un diritto, ma anche un'opportunità per i padri di stabilire un legame più forte con i loro figli, contribuendo a creare una base solida per lo sviluppo familiare.

Il congedo di paternità è un congedo obbligatorio della durata di dieci giorni lavorativi che può essere preso nel periodo di tempo che va dai due mesi precedenti la data presunta della nascita fino ai cinque mesi successivi.
Il congedo obbligatorio di paternità è un provvedimento differente dal congedo parentale che, al contrario, rappresenta un periodo di astensione facoltativo dal lavoro.

Nel 2013, nonostante questo periodo di congedo sia teoricamente obbligatorio, poco meno di un padre su 5 ne aveva usufruito, ma negli anni si è assistito ad una crescita.
Nel 2022 ne ha usufruito il 64,02% (più di 3 su 5).

L'incremento del congedo di paternità è valido per tutta Italia, ma chi ne usufruisce di più vive al Nord dove si registrano valori superiori all'80% nelle province di Bergamo, Lecco, Treviso e Vicenza.
Percentuali di fruizione inferiori al 30% si evidenziano  al sud in Calabria e Sicilia.
Ad utilizzare maggiormente il congedo sono gli uomini fra i 30 i 49 (circa il 65%).
Ne usufruisce maggiormente chi lavora in aziende medio-grandi. Fra quelle con oltre 100 dipendenti, infatti, l'utilizzo è pari al 77%, fino ad arrivare al 45,2% nelle aziende con 15 dipendenti o meno.
Anche se proprio in questa ultima tipologia di azienda si è registrato l'aumento maggiore nell'utilizzo del congedo di paternità tra il 2021 e il 2022 (più 8,7%).
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 29, Numero 2, anno 2024
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