Water importance and human health
A. Giustardi, A. Semjonova, C. Verola
Valori di riferimento per l’assunzione totale di acqua
Fascia di età |
Consumo di acqua giornaliero adeguato |
Bambini |
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2-3 anni |
1.3 l/giorno |
4-8 anni |
1.6 l/giorno |
Adolescenti |
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9-13 anni – Maschi |
2.1 l/giorno |
9-13 anni – Femmine |
1.9 l/giorno |
14-18 anni – Maschi
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2.5 l/giorno |
14-18 anni – Femmine
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2.0 l/giorno |
Adulti
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19-70 anni – Maschi |
2.5 l/giorno |
19-70 anni – Femmine |
2.0 l/giorno |
Casi speciali
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Donne in gravidanza |
2.3 l/giorno |
Donne in allattamento |
2.7 l/giorno |
Tratto da: Gruppo EFSA 2015
La gravidanza è un momento di gioia e attesa, ma anche di cambiamento: il corpo della donna infatti si modifica per permettere un buon adattamento alla crescita del feto. Una delle principali modificazioni riguarda il volume del sangue materno, per garantire un adeguato compenso emodinamico e una buona vascolarizzazione della placenta che nutre il feto. Per mantenere questo equilibrio materno-fetale è quindi necessario garantire una corretta idratazione.
La futura mamma dovrebbe bere da 1,5 a 2,3 litri al giorno, e anche di più in estate (Kramer, 2007). È consigliabile l’assunzione di acqua minerale oligominerale o a media mineralizzazione, per le sue proprietà favorenti le funzioni metaboliche e la diminuzione della ritenzione idrica.
(Linee guida per una sana Alimentazione Italiana, 2014).
Se la donna in gravidanza non segue tali indicazioni, si può incorrere in lipotimie per ipotensione dovute sia al caldo, sia alla disidratazione e quindi alla diminuzione di liquidi sul versante intravascolare. Inoltre, la disidratazione in gravidanza può causare un aumentato rischio di infezioni delle vie urinarie, alle quali la dolce attesa predispone a priori per i cambiamenti anatomici, ormonali e immunitari che comporta.
Altro sintomo comune in gravidanza, più frequente nel periodo estivo, sono infine i crampi muscolari prevalentemente notturni, dovuti a squilibri elettrolitici e a picchi ormonali: in particolare, qualora la sintomatologia sia dovuta a squilibri elettrolitici, può essere ridotta o trattata proprio con un’adeguata idratazione. In alcuni casi, inoltre, su prescrizione e valutazione medica, si può valutare l’assunzione di integratori minerali.
(Chesnutt, 2004). Una corretta idratazione è fondamentale durante il periodo della gravidanza. Essa tuttavia non influenza in maniera diretta il volume del liquido amniotico: questa sostanza non dipende dallo stato materno, in quanto è sostanzialmente prodotta attraverso l’eliminazione dell’urina del feto ( Feldman, 2009). È bene evidenziare, tuttavia, che un periodo prolungato di grave disidratazione della gestante si ripercuoterebbe negativamente sulla salute fetale, determinando una diminuzione del liquido amniotico. È quindi molto importante che il medico curante, sia esso ginecologo o medico di base, dia alla futura mamma queste poche ma fondamentali raccomandazioni all’inizio del periodo gestazionale, continuando a ricordarle durante tutta la dolce attesa.
Il latte materno è alimento non solo specie-specifico, ma addirittura individuo specifico, frutto di una selezione millenaria per meglio rispondere alle esigenze nutrizionali, biologiche e psicologiche del cucciolo d’uomo. Il latte materno, consumato direttamente al seno o offerto dopo essere stato spremuto dal seno rappresenta, con poche eccezioni, l’alimento di scelta nell’età infantile con importanti positivi effetti sulla salute della madre, che allatta e su quella del bambino allattato al seno, a breve ed a lungo termine (Giustardi,
2014). In corso di lattazione esiste un atteso aumento dei fabbisogni nutritivi
e di energia, che deriva dalla necessità di produrre una quantità media di latte
pari a 0.8 litri al giorno, contenente 67 Kcal/100 ml, con un coefficiente di
deposizione di energia nel latte pari all’80 %.
A. Giustardi, A. Semjonova, C. Verola
Rivista Italiana online "La Care" Vol 4 No 1 anno 2016- pagina 10
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