Lo sviluppo motorio primario
M. Trabalza, A. Eliasova
I bambini, infatti, possono saltare determinate tappe motorie, non mettendo più in atto alcune competenze per un dato periodo e riscoprendole in periodi successivi.
In generale, però, riuscire a controllare il proprio corpo è molto importante per il bambino, in quanto gradualmente, nel suo percorso evolutivo, raggiunge uno stato di sicurezza e di fiducia tali da renderlo sempre più sereno, a vantaggio del suo sviluppo globale (psichico, cognitivo, sociale, emotivo).
La concezione dello sviluppo posturale neonatale ha fornito una serie di strumenti che danno un quadro ancora valido delle principali tappe dello sviluppo:
* il neonato presenta un’iniziale ipertonia dei muscoli flessori degli arti, mentre il tono dell’asse corporeo è quasi inesistente
* nei primi 3 mesi di vita il neonato conquista il sostentamento della testa: a un mese, quando è coricato sul ventre, il bambino solleva il mento; a due riesce a sollevare testa e spalle; a tre mesi si appoggia sugli avambracci
* dal 3 al 9 mese di vita il bambino conquista la posizione seduta: a quattro mesi il bambino riesce a stare seduto con un piccolo sostentamento, anche se l’ ipotonia del tronco lo fa ancora ripiegare su se stesso; a sei mesi la schiena è ormai dritta, anche se il tronco è ancora inclinato in avanti; a sette mesi il bambino riesce a mantenere per qualche momento la posizione seduta autonomamente, conquista che avverrà definitivamente intorno al nono mese
* tra il 9 e il 12 mese il bambino inizia a conquistare la posizione eretta, inizialmente appoggiandosi a qualcosa di stabile e successivamente in maniera autonoma (Camaioni, 1996).
Lo sviluppo della locomozione procede parallelo allo sviluppo posturale, pur iniziando più tardi. Accanto ai fattori legati alla maturazione fisica e fisiologica, infatti, devono essere considerati anche fattori di tipo cognitivo, come la capacità d’integrare movimenti e obiettivi e quella di controllare azioni in successione (Zelazo, 1998).
Le tappe dello sviluppo locomotorio possono essere così sintetizzate:
* a 6 mesi di vita, coricato sul ventre, il bambino striscia in avanti aiutandosi soprattutto con le braccia
* intorno ai 10 mesi riesce a coordinare i movimenti di braccia e gambe e a procedere a carponi.
Contemporaneamente, il bambino è alla ricerca della posizione eretta ed inizia a compiere qualche passo.
* circa a 12 mesi il bambino cammina accompagnato da un adulto che lo tiene per mano
* verso i 14 mesi cammina da solo.
In generale, la conquista della deambulazione è fondamentale nello sviluppo del bambino, in quanto permette di ampliare l’ambiente esplorativo che facilita il costruirsi della nozione del proprio corpo come indipendente dallo spazio, contribuendo alla individuazione e alla rappresentazione di sé e spingendo verso la conquista dell’autonomia (Camaioni, 1996).
La stimolazione precoce ha per obiettivo quello di sostenere e affiancare il bambino in tutti gli aspetti strutturali dello sviluppo; infatti, il comportamento infantile non si sviluppa solo in funzione di rafforzamenti occasionali, ma anche grazie alla spinta esercitata da forze costanti di processi cognitivi significativi carichi delle corrispondenti valenze affettive. Lo stimolo acquista senso soltanto in funzione della catena di significati della quale sarà parte, ma dal punto di vista strumentale l’intervento stimolatorio non può prescindere dalla totalità dell’individuo.
Fornire stimoli che agevolano e sostengono il progresso evolutivo del bambino non significa sottoporlo ad un bombardamento di sollecitazioni, ma attuare un programma mirato e calibrato sulla persona.
La stimolazione, dovrebbe essere destinata a dare impulso a funzioni già esistenti nell’area di sviluppo potenziale del soggetto, suscettibili di essere attivate mediante stimoli appropriati.
In particolare, la stimolazione precoce, rivolta ai bambini da 0 a 3 anni, si concentra nell’area sensoriale, utilizzando stimoli visivi, uditivi e tattili, favorendo nuovi contatti con gli oggetti e diventando stimoli per nuove azioni.
La valutazione neuroevolutiva e’ data dall’insieme della valutazione delle competenze motorie e cognitive-relazionali. L'enfasi è stata posta sull’aspetto ritenuto più rilevante specie in età precoce, cioè quello della ricchezza e disponibilità dei moduli di movimento. Si sottolinea che, qualora dalla valutazione emergano dei dubbi riguardo alla normalità motoria e relazionale, l'esame del bambino debba comprendere la valutazione della integrità sensoriale (vista, udito, sensibilità) e motoria (motricità oculare, nervi cranici, riflessi osteotendinei, stenia, tono etc.), associata a un esame clinico completo (incluse la valutazione della velocità di crescita della circonferenza cranica, l’ispezione di cute e annessi etc.).
M. Trabalza, A. Eliasova
Rivista Italiana online "La Care" Vol 5 No 2 anno 2016- pagina 20
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