LA NASCITA DEL PADRE
A. Giustardi, A. Semjonova
riconoscergli una funzione specifica e peculiare né collocando il piccolo in un contesto inevitabilmente triadico sin da subito.
Lo studio di Edelstein (2014) rrappresenta uno delle ricerche più complete sulle variazioni ormonali nelle coppie in attesa Si tratta del primo studio che dimostra la variazioni prenatali di testosterone nei padri in attesa della nascita di un bambino e le correlazioni all’interno delle coppie con il progesterone. Un altro studio di Edelstein ( 2014) ha evidenziato come il testosterone sia negativamente associato con la soddisfazione nella relazione sia negli uomini che nelle donne. I risultati sono una delle prime evidenze che elevati livelli di testosterone siano negativamente associati ad una duratura e soddisfacente relazione di coppia. Lo studio conferma che la donna diventa più protettiva(aumento del testosterone), e l’uomo riduce i livelli di aggressività ( diminuzione del testosterone) nei confronti del neonato.
Che cosa impedisce a un padre di gioire del suo status di papà? Che cosa trasforma un potenziale papà felice in una persona che non sa accogliere l’esperienza di rivoluzione e cambiamento che la vita offre a ogni uomo quando gli regala la gioia di un figlio?
Per gli uomini non sempre e’ facile accogliere l’esperienza della paternità a braccia e a cuore aperto. Lavoro, analfabetismo emotivo, delega alle madri e precedenti esperienze negative vissute quando si rivestiva il ruolo dei figli sono elementi che ritengo maggiormente implicati nel limitare l’esperienza paterna e nel renderla complessa.
Conoscere perché un papà può rifugiarsi nel lavoro in quanto spaventato dalle difficoltà emotive che fatica a comprendere integrare nella sua nuova vita di padre, può aiutare a fare maggiore chiarezza su chi siamo e chi vogliamo essere. Entrare in contatto con parti di noi che sopravvivono nel nostro mondo conscio e inconscio e spesso disturbano la nostra capacità di metterci in gioco con mente, corpo e cuore (tre dimensioni insostituibili e tutte da coinvolgere nell’esperienza paterna).
Aiutarci ad attribuire i giusti significati ai nostri modi di essere e di stare
con i figli e in famiglia. Nessun uomo nasce già capace di fare IL PADRE, ma a
volte qualcuno si defila dal suo ruolo ancora prima di provarci. E’ come se
fuggisse a gambe levate di fronte al peggiore e più minaccioso dei nemici. Ma un
figlio altro non è che un bambino che obbliga ciascuno di noi a rientrare in
contatto con il bambino che è stato. Dentro a ciascuno di NOI tuttora vive un
mondo infantile che ha i SUONI, gli ODORI, le PAROLE e le EMOZIONI
dell’infanzia che abbiamo vissuto. Per qualcuno la stanza profonda della propria infanzia è un riparo sicuro e confortevole nel quale trovare rifugio di fronti agli eventi della vita o alla quale tornare per cercare coraggio, tenerezza, ricordi impregnati di affetto e dolcezza. Ma per ALTRI quella stanza, chiusa nel proprio profondo, è un luogo oscuro da non visitare e rivisitare, una camera da tenere bloccata. Lì dentro, molti uomini tengono compresse emozioni che potrebbero, se elaborate e conosciute, liberarli da angosce e paure, compresa quella di diventare padri.
Vincolo del padre
Ricordo ancora che il primo pensiero che ho fatto quando ho scoperto che sarei diventato padre è stato pensare con sgomento a tutti i miei impegni di lavoro e domandarmi con ansia e anche un po' di angoscia “ce la farò a continuare dopo che il mio figlio sarà nato?". La gioia dell’imminente paternità veniva offuscata dall’ansia di perdere o incrinare una carriera costruita con molti sacrifici e fatica, che finalmente stava “girando” bene dandomi soddisfazioni professionali ed economiche oltre che prestigio e riconoscimento sociale. Un figlio in arrivo significava per me rimettere in discussione tutto ciò che ormai mi sembrava acquisito e consolidato, soprattutto in ambito professionale. Il lavora rappresenta certamente l’ostacolo che maggiormente mette in difficoltà papà nel poter, sapere o voler rivestire il suo ruolo con i figli.
Da punto di vista concreto, il neo papà si accorge che sente il desiderio di una maggiore presenza in casa, vicino alla propria compagna e anche vicino al bambino. Un secondo aspetto è molto più “ mentale e intrapsichico”. Il nuovo figlio si “ accomoda” nella mente del suo papà ed è capace di rapirla alterandone le caratteristiche di concentrazione e, a volte, di creatività. L’esperienza dell’essere padre condiziona il modo di porsi nel neo papà nei confronti dei colleghi e del proprio ambiente di lavoro, c’è più serenità e meno furia. C’è un modo completamente nuovo di guardare al mondo e alla vita.
Tensione a essere coinvolti e presenti non manca in molti neo papà. Alla fine, è come se l’uomo che lavora divenuto padre, debba “mutilare” la propria dimensione paterna per consentire a quella professionale di rimanere intatta e funzionale. Molti uomini fanno precocemente questa scelta, rinunciano a operare una mediazione o negoziazione che è oltremodo necessaria. Occorre trasformarsi all’arrivo di un figlio, perchè l’evento ha una portata trasformante all’interno.
A. Giustardi, A. Semjonova
Rivista Italiana online "La Care" Vol 5 No 2 anno 2016- pagina 24
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