Rivista Italiana online la "Care"
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Relationship tra una corretta alimentazione e salute del cavo orale
A. Giustardi, R. Grandini, A. Semjonova, C. Verola, M.Mareschi, S.Sacchetti
I meccanismi molecolari che si attuano durante queste interazioni genetico¬ambientali non sono noti. Una piccola parte di malformazioni craniofacciali è stata riconosciuta come conseguenza di specifici disordini genetici e cromosomici, mentre una altro gruppo è conseguente a cause ambientali come malnutrizione, malattie materne, esposizione a droghe e problemi ostetrici. Molti ricercatori credono, comunque, che queste malformazioni del volto e le interazioni con i nutrienti siano strettamente correlate e quindi risultino importanti nella morfogenesi oro-dento-craniofacciale.

EROSIONE DENTALE

«…progressiva irreversibile perdita di tessuto dentale che viene corroso chimicamente da acidi estrinseci ed intrinseci attraverso un processo che non coinvolge i batteri…» Acidi estrinseci derivati dalla dieta: acido citrico, fosforico, ascorbico, malico, tartarico e carbonico che si trovano nella frutta e nell’aceto. Nel caso di erosione dentale causata da fattori acidi estrinsechi, il riferimento è a quelle occasioni in cui la demineralizzazione e la distruzione della parte dura del dente sono causate da fattori esterni e in particolare dal consumo di determinati cibi con un elevato fattore di acidità. I cibi acidi sono molto comuni nella dieta e spesso l’acidità è alla base del buon sapore di un alimento, come nel caso dei pomodori. Importante non è però solo la frequenza con cui si consumano cibi o bevande acide ma anche la modalità di assunzione: la consuetudine, ad esempio, di sorseggiare una bevanda consumandola in un tempo più o meno lungo, espone ad un attacco continuo dei denti. Ciò perché non si lascia il tempo al potere tampone della saliva di riportare il ph ad un livello tale da permettere la rimineralizzazione del dente creando così un ambiente favorevole all’erosione dei denti.

Buffering capacity

Buffering capacity è la capacità tampone della saliva. Quest’ultima ha un ph neutro, che tale deve rimanere: all’interno di questa si trovano dei Sali di calcio e fosfato che svolgono la funzione di mantenimento. Dal momento in cui all’interno della bocca viene introdotta una sostanza acida la saliva “prende” il Calcio e il Fosfato presente nel dente per riportare il ph ad uno stato neutro. Più la saliva ha capacità tampone, più gli attacchi acidi vengono contrastati e più rapidamente il ph della bocca torna neutro; in questo modo maggiore sarà la capacità delle
sostanze minerali disciolte di riprecipitare e quindi di riattaccarsi fisicamente al dente dal quale si erano staccate salvando lo smalto dal processo di erosione.
L’erosione dentale è un processo lento e l’approccio terapeutico è diverso a seconda dello stadio in cui la patologia si trova. Entro un certo limite infatti, è possibile intervenire, superato un determinato livello di gravità si può solo cercare di limitare i danni. Quando il processo di erosione risulta ancora reversibile, è possibile porre rimedio modificando le abitudini alimentari; l’uso anche del Fluoro, di Calcio e di vitamina D inoltre, facilita la rimineralizzazione del dente e quindi contrasta il processo di deterioramento dello smalto. Nel caso in cui invece le strutture organiche del dente siano “collassate” e non più quindi sostenute da parti inorganiche, è possibile bloccare l’avanzamento della lesione ma diventa impossibile eliminarne “la cicatrice”. Il segno clinico più evidente è un dente che si presenta simile ad un ghiacciaio in via di scioglimento, levigato e non più squadrato, dai contorni sempre più dolci e dove spesso si creano anche degli avvallamenti. Nei casi più gravi, quando ad essere lesionata è quasi tutta la struttura dura del dente, il paziente comincia ad avvertire fastidi al contatto con sostanze fredde o calde e presenta difficoltà e dolore nella masticazione. È possibile quindi “autodiagnosticarsi” un’erosione dentale in atto ma nel momento in cui questo avviene potrebbe essere già troppo tardi per intervenire.
Esistono anche alimenti ( come latte, jogurt, formaggio) e integratori alimentari ( come D- Bone) in grado di proteggere i denti dall’erosione come ad esempio quelli ricchi di Calcio che vengono consigliati anche a coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo, ernia iatale o vomiti ricorrenti, potendo rimpiazzare il minerale perso a causa dell’azione dei succhi acidi. È auspicabile, quindi, che il dentista e l’igienista dentale conoscano le abitudini alimentari del paziente perché possano circoscrivere o diagnosticare in tempo un processo in atto di erosione dentale, fenomeno che per molto tempo è stato sottovalutato dagli operatori del settore, attribuendo più importanza alla carie o alla placca.

Malattie del parodonto

Le malattie parodontali evolvono più rapidamente nelle popolazioni sottonutrite. «…la patologia ha inizio dalla gengiva potendo interessare il legamento parodontale fino all’osso alveolare…». 
A. Giustardi, R. Grandini, A. Semjonova, C. Verola, M.Mareschi, S.Sacchetti
Rivista Italiana online "La Care" Vol 5 No 2 anno 2016- pagina 7 - Avanti »