Lo sviluppo psicomotorio è un processo affascinante, un intreccio complesso e continuo fra sviluppo sensoriale, motorio, cognitivo, relazionale, emotivo e sociale. La sua notevole variabilità dipende sia da fattori legati al bambino (aspetti geneticamente determinati o derivanti dalla storia pre e perinatale), sia da fattori ambientali: le relazioni primarie, con i genitori ed altri adulti di riferimento, le esperienze psicomotorie offerte in ambito familiare e socio-educativo, compreso il modo in cui vengono proposti e utilizzati oggetti e attrezzature in commercio. Il riferimento a questi ultimi può tra l'altro costituire una opportunità per instaurare un dialogo tra tutti gli operatori che lavorano nell'ambito dei servizi di salute e socioeducativi della prima infanzia e i genitori.
Nel primo anno di vita viene proposto di considerare le indicazioni per la promozione dello sviluppo psicomotorio all’interno di quattro fasi di sviluppo: 0-3 mesi, 3-6 mesi, 6-9 mesi, 9-12/18 mesi. La sovrapposizione dei limiti fra le diverse fasce di età è intenzionale e ribadisce la variabilità fisiologica della normalità. Ognuna di queste fasi comprende “compiti evolutivi” integrati (sensoriali, motori, cognitivi, relazionali e sociali). Per compiti evolutivi si intendono le abilità funzionali che maturano nelle varie fasi dello sviluppo del bambino.
Le esperienze da proporre al bambino vanno modificate nel tempo per venire incontro alle sue abilità emergenti: nuove posizioni, maggiore variabilità motoria, eventuali nuove attrezzature o loro diverso utilizzo, offerta di giochi (non necessariamente di giocattoli), graduale aumento nell’autonomia. Alterazioni (minori e correggibili) dello sviluppo del bambino possono presentarsi quando le proposte dell’ambiente non rispettano le sue esigenze.
Nelle schede relative alla promozione dello sviluppo da effettuarsi in corrispondenza dei bilanci di salute vengono riportate proposte di attività da svolgere con il bambino in relazione ai compiti evolutivi tipici di quella fase ed agli stili di accudimento più in uso nelle famiglie. Possono essere utili anche per superare piccole difficoltà/immaturità rilevate dall’esame neuroevolutivo in bambini altrimenti neurologicamente normali. Le proposte, come si è detto, non hanno né devono assumere alcun carattere prescrittivo ma al contrario vanno adattate e “lette” dal pediatra in relazione al contesto culturale della famiglia, alle caratteristiche del dialogo che si è instaurato, alle pratiche di accudimento identificate, ecc. Per i nati pretermine, sia i compiti evolutivi che le esperienze da proporre vanno considerati secondo l’età corretta, fino ai 2 anni di età.
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Documento di consenso: VALUTAZIONE NEUROEVOLUTIVA e PROMOZIONE DELLO SVILUPPO PSICOMOTORIO 0-3 anni,A cura del gruppo di lavoro multidisciplinare ACP, AIFI, FIMP, IOPTP, SIF, SINPIA, SIP, promosso da OMS, Ufficio Europeo e da EPA/UNEPSA: Giorgio Tamburlini e Gherardo Rapisardi, Adrienne Davidson, Monica Pierattelli, Marina Picca, Donella Prosperi, Federica Zanetto, 2016