IL PIANTO INSPIEGABILE E INCONSOLABILE DEL NEONATO: COME POSSIAMO SOSTENERE I GENITORI
M. Stablum, A. Giustardi
L’ansia materna durante la gravidanza porta ad un aumento del cortisolo che attraversa la placenta. Ciò influenza lo sviluppo dell’asse ipotalamo ipofisario, del sistema limbico e della corteccia prefrontale del feto che porterà ad un lattante più irritabile e meno capace di autoregolarsi . Un ulteriore spiegazione può essere la predisposizione genetica all’ansia che viene ereditata dalla madre. Il pianto persistente è un fattore di rischio per sviluppo di disordini di internalizzazione come le crisi d’ansia . Quindi la relazione tra l’ansia materna ed il pianto neonatale è probabilmente dovuta alla complessa interazione tra genetica programmazione fetale e genitorialità.
La teoria dell’attaccamento
I primi mesi di vita dei bambini sono importantissimi per il loro sviluppo psichico, è infatti dal tipo di contatto tra il bambino e la madre che viene a costruirsi il legame di “attaccamento” , elemento questo importante per il benessere futuro. Il legame di attaccamento è la matrice che pone il bambino nella condizione di poter sempre contare su di una base sicura a cui rivolgersi nei momenti di difficoltà. Gli studiosi della dinamica dell’attaccamento, sono arrivati alla ricostruzione scientifica delle prime fasi dell’interazione madre-bambino. John Bowlby – padre della teoria dell’attaccamento e psicoterapeuta infantile alla Tavistock Clinic, Londra ha avuto il merito di aver osservato e successivamente aver dato importanza a quei comportamenti interattivi che permettono al bambino di accedere alle esperienze reali e non soltanto alle sue rappresentazioni interne. L’interesse di John Bowlby e dei suoi collaboratori (Tavistock Istitute of Human Relations di Londra) è stato incentrato soprattutto nello studio della relazione che, da subito dopo il parto, viene a strutturarsi tra madre e figlio. Fin dai primi momenti di vita del bambino, la madre inizia ad interagire con lui, così come M.H. Klaus, M.A. Trause e J.H.Kennell (ricercatori impegnati nello studio del legame madre-bambino) hanno descritto osservando il comportamento delle madri: per prima cosa, dopo aver preso in braccio il proprio bambino, toccano con la punta delle dita il viso, passano poi con il palmo della mano a toccargli la testa e subito dopo lo avvicinano al seno, il bambino subito dopo questa stimolazione reagisce leccando il capezzolo. Da questo momento magico ha inizio quel rapporto speciale dove la madre, intuitivamente mette in atto dei comportamenti che inviano informazioni al bambino il quale a sua volta si adatta gradualmente alle stimolazioni materne. E’ evidente che la relazione si sviluppa dall’adattamento reciproco di entrambi.
La forza vitale
Nel modello funzionale-energetico di Reich si intende la psiche e soma come manifestazioni di in evento energetico vitale. Il flusso del regno di Orgon – concetto per l’energia vitale universale si evidenzia in aspetti psicosomatici. Questa autoregolazione energetica si manifesta nei neonati su tutti i livelli del suo funzionamento psicofisico: il colore roseo della pelle, i movimenti morbidi, al buon tono del suo tessuto, lo sguardo che cerca il contatto.
La plasticità del sistema bioenergetico si evidenzia nella sua mobilità fisica, emozionale e spirituale.
I disturbi del bilancio bioenergetico dell’organismo sono la base funzionale per diverse vistosità psicomotorie del neonato. I blocchi si possono evidenziare oltre al pianto eccessivo, nella perdita del movimento coordinato, nella ricettività cognitiva.
Dalla prospettiva orgonomica , questi sintomi rappresentano solamente diverse varianti di un disturbi funzionale generale dell’energia vitale biologica.
Per la comprensione del lavoro orgonomico di crisi con neonati è di fondamentale importanza quest’approccio energetico-funzionale.
Con questo approccio ci concentriamo meno sul gioco di cambio da eventi somatici e fisici, come appunto è il caso negli approcci terapeutici classici psico-corporale e psicosomatici. Non è di primaria importanza la soluzione di blocchi emozionali e corporali oppure dello scarico d’esperienze traumatiche prenatali, perinatali e post-natali. Piuttosto, nel “pronto soccorso orgonomico” stimoliamo il flusso dell’autoregolazione del sistema energetico attraverso caute informazioni corporali, verbali ed energetiche. Reich illustra questa procedura in un semplice esempio:
Immaginiamoci, invece di un flusso energetico, un sistema di flusso naturale che si trova in natura. Questo fiume ha una fonte, dalla quale, a secondo della stagione e la frequenza delle precipitazioni, sgorga acqua di quantità diversa. L’equilibrio del sistema di flusso dipende dal fatto che l’afflusso e deflusso e l’evaporazione dell’acqua si trovano in un rapporto d’equilibrio.
L’autoregolazione del flusso subisce una turbolenza, quando viene eretta una diga artificiale. Entro breve tempo l’acqua del corso superiore si accumulerà ed il livello dell’acqua si alza. Se non si prendono dei rimedi, il fiume fuoriesce a breve o lungo termine. L’entità dell’inondazione è in diretto rapporto al blocco dell’equilibrio di flusso naturale del sistema.
L’ingorgo dell’acqua attraverso la diga artificiale è la causa primaria per la seconda reazione del flusso.
M. Stablum, A. Giustardi
Rivista Italiana online "La Care" Vol 6 No 3 anno 2016- pagina 14
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