Rivista Italiana online la "Care"
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IL RUOLO DEGLI OMEGA-3 IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
C. Verola, A. Semjonova, A. Giustardi, M. Abate, E. Cimmaruta
L'alimentazione e lo stato nutrizionale prima e durante la gravidanza influenzano profondamente il decorso e la salute della madre e del feto. L'apporto alimentare infatti non determina solo l'entità della crescita e la composizione corporea, ma modifica addirittura il rischio di malformazioni, di malattie e la mortalità del feto.
L’assorbimento e l’apporto dall'esterno dei PUFA (PoliUnsaturated Fatty Acids) omega 3 è particolarmente importante in gravidanza: in particolare nel secondo e terzo trimestre per lo sviluppo neuronale del feto e nella successiva fase neonatale, che coincide con l'allattamento al seno, in cui avviene la deposizione di una grande quantità di massa grassa ed una rapida crescita del cervello (1).
Durante il primo trimestre di gravidanza il tessuto nervoso si compone principalmente di lipidi complessi, infatti gli PUFA costituiscono il 50% del peso secco del cervello. Il contenuto lipidico della dieta materna, del latte materno o delle formule (qualora non fosse possibile allattare) ha fondamentale importanza come fonte di energia ma anche in quanto rappresenta il pool da cui vengono estratte le molecole strutturali del sistema nervoso centrale.

GLI ACIDI GRASSI POLINSATURI

Gli acidi grassi presenti in natura si distinguono, in base all’assenza o alla presenza di doppi legami, saturi e insaturi, rispettivamente. Gli acidi grassi insaturi, a loro volta, si differenziano in monoinsaturi o in poliinsaturi in relazione al numero di doppi legami presenti nella loro molecola. L’aumento del numero di doppi legami, ovvero il passaggio da acidi grassi saturi a molecole progressivamente più “insature”, costituisce un elemento strutturale di primaria importanza funzionale: la presenza in serie di doppi legami conferisce alla catena carboniosa il progressivo incremento dei punti di torsione, proprio in corrispondenza del doppio legame. Gli acidi grassi a lunga catena sono costituiti da uno scheletro carbonioso (piu’ di 16 atomi di carbonio) con un gruppo metilico e un gruppo carbossilico alle due estremita’. Gli acidi grassi a lunga catena sono importanti per la cellula come fonti di energia metabolica e come substrati per la biogenesi delle membrane (fosfolipidi) e riserva di energia metabolica (esteri del colesterolo e trigliceridi). Evidenze sperimentali recenti suggeriscono che gli acidi grassi a lunga catena direttamente e indirettamente regolano l’attivita’ di recettori di membrana, enzimi, canali ionici, e influenzano il differenziamento, la proliferazione cellulare e l’espressione genica.
L'organismo umano può produrre acidi grassi saturi e monoinsaturi, ma non può sintetizzare gli acidi grassi polinsaturi (PoliUnsaturated Fatty Acids o PUFA) a 18 atomi di Carbonio. Questi acidi grassi PUFA, che non vengono sintetizzati dall'organismo, ma che devono essere necessariamente introdotti “preformati” dall'esterno, sono definiti acidi grassi “essenziali”(2). I PUFA sono definiti polinsaturi perché contengono più di un doppio legame. La posizione del primo doppio legame rispetto al terminale metilico ne determina la nomenclatura: il doppio legame in posizione 3 identifica i PUFA 3 o Omega 3, mentre il doppio legame in posizione 6 identifica i PUFA 6 o Omega 6.
I principali PUFA n-3, contenuti pressoché esclusivamente nel pesce, sono l’acido eicosapentaenoico (EPA, C20:5 n-3) e docosaesaenoico (DHA, C22:6 n-3), l’ultimo dei quali maggiormente rappresentato nel corpo umano. I principali PUFA n-6, contenuti principalmente negli oli vegetali e nella carne, sono rappresentati dall’acido γ-linolenico (GLA, C18:3 n-6) e dall’acido arachidonico (AA, C20:4 n-6). La conversione dell’acido linoleico in α-linolenico avviene solamente nei cloroplasti delle foglie, delle alghe e del fitoplancton, mentre negli animali e nell’uomo le due vie metaboliche, pur comprendendo fondamentalmente gli stessi enzimi senza una particolare specificità di substrato, sono distinte e non intercambiabili. Il fegato costituisce il principale organo responsabile della conversione di ALA ( acido α-linolenico) e LA (acido γ-linolenico). L’ALA viene convertito in EPA ed, in seguito, in DHA attraverso un’alternanza di reazioni successive di elongazione della catena e di desaturazione (Fig. 1).

Figura 1: Classificazione degli acidi grassi

C. Verola, A. Semjonova, A. Giustardi, M. Abate, E. Cimmaruta
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