IL RUOLO DEGLI OMEGA-3 IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
C. Verola, A. Semjonova, A. Giustardi, M. Abate, E. Cimmaruta
La trasformazione di ALA in EPA e DHA può essere inibita in maniera consistente da una dieta ricca in LA, in quanto ALA e LA sono metabolizzati dallo stesso set di desaturasi ed elongasi, per cui esiste una naturale competizione tra questi due acidi grassi (3). Un più alto intake di LA, tipico delle moderne diete occidentali perciò tende a frenare la conversione dell’ ALA (4). Entrambe le serie di PUFA n-6 e n-3 vengono incorporate nelle membrane biologiche, sotto forma di componenti di fosfolipidi e glicolipidi. A tale livello competono per lo stesso sistema enzimatico, in quanto il loro metabolismo è completamente separato e non è possibile una loro interconversione. Le vie metaboliche della serie linoleica e α-linolenica utilizzano, infatti, gli stessi enzimi per le reazioni di allungamento e desaturazione che dall’acido linoleico e α-linolenico conducono, rispettivamente, alla formazione di acido arachidonico (PUFA n-6) e di acido eicosapentaenoico (PUFA n-3). L’EPA può ulteriormente essere allungato e desaturato ad acido docosaesaenoico (DHA), che nel corpo umano è il PUFA n-3 più rappresentato; quest’ultimo costituisce una riserva di EPA e può quindi esercitare i suoi effetti cellulari sia direttamente sia indirettamente tramite riconversione in EPA.
ACIDI GRASSI ESSENZIALI E GLI ASPETTI METABOLICI
La presenza di molti doppi legami conferisce agli acidi grassi polinsaturi una conformazione meno rigida che comporta una migliore funzionalità e una maggiore fluidità delle membrane biologiche nelle quali sono contenuti gli acidi grassi polinsaturi.
Numerosi studi scientifici hanno evidenziato che molti degli effetti positivi correlati alla presenza di acidi grassi omega-3 all’interno delle membrane sono da attribuire all’accresciuta fluidità delle membrane stesse. Da sottolineare che questi effetti permetterebbero alle proteine di membrana con funzione di carrier (trasportatore) di effettuare un maggior trasporto per unità di tempo dall’interno all’esterno della cellula e, di conseguenza, di migliorare l’attività di tutta la cellula.
Entrambe le classi di PUFA omega-6 e omega-3 sono essenziali per la salute, ma lo è anche il loro equilibrio reciproco. Le diete che forniscono omega-6, a danno degli omega-3, possono facilitare, infatti, la produzione di prostaglandine pro-infiammatorie, mentre, diete a prevalente apporto d’omega-3 stimolano la sintesi di prostaglandine anti-infiammatorie. Il rapporto tra omega-6 e omega-3 influenza il metabolismo degli eicosanoidi, l’espressione genica e la comunicazione intercellulare.
Gli eicosanoidi includono prostaglandine, citochine, mediatori delle citochine e altri componenti della risposta immunitaria. L’equilibrio tra omega-6 e omega-3 è critico perché essi competono reciprocamente per il sistema enzimatico e hanno molte funzioni metaboliche opposte, mediate dai loro rispettivi eicosanoidi. Una prevalenza d’omega-6 può indurre una condizione fisiologica che promuove l’infiammazione cronica, la formazione e diffusione neoplastica, le cardiopatie ischemiche, le cerebropatie vascolari, il diabete, l’artrite, le patologie autoimmuni e alcune alterazioni funzionali neuronali, che includono diversi quadri neuropsichiatrici (5).
Gli omega-3 hanno, al contrario, effetti anti-infiammatori, anti-trombotici, anti-aritmici, ipolipemizzanti e vasodilatatori. Effetti benefici degli omega-3 sono stati evidenziati nella prevenzione secondaria delle malattia coronarica, dell'ipertensione arteriosa, del diabete mellito di tipo 2, dell'artrite reumatoide I PUFA giocano un ruolo critico nel determinare le interazioni lipidi/proteine nelle membrane neuronali e sinaptiche, interferendo con la conformazione recettoriale, i canali ionici, gli enzimi e i movimenti delle sostanze attraverso le membrane cellulari (6). Entrambi gli acidi grassi essenziali, in particolare gli Omega -3 sono componenti cruciali della barriera fosfolipidica neuronale. I recettori neurotrasmettitoriali sono sostanze proteiche, immerse entro la matrice fosfolipidica delle membrane neuronali. La loro tridimensionalità spaziale, la loro conformazione sterica funzionale e la loro attività, dipende largamente dagli specifici acidi grassi, che danno struttura alla membrana (7).
Omega-3 e gli effetti neurobiologici
Il tessuto nervoso è costituito prevalentemente di sostanze lipidiche, in cui prevalgono i grassi polinsaturi a lunga catena.
Il cervello umano ha un elevato contenuto in acidi grassi, di cui circa il 35% è costituito da acidi grassi poliinsaturi,
fondamentali per il suo normale sviluppo e il mantenimento delle sue funzioni.
Le concentrazioni di DHA nel cervello sono molto maggiori rispetto a quelle
ematiche, e la ragione sembra risiedere nella funzione essenziale che questa
sostanza svolge nello sviluppo e nel funzionamento del sistema nervoso. Le
funzioni del DHA nel sistema nervoso sembrano in primo luogo di tipo
strutturale, in quanto è presente nel doppio strato lipidico, conferendo a
queste un adeguato grado di flessibilità che è importante per la trasmissione
del segnale e in secondo luogo, proprio per la sua presenza nelle membrane,
svolge a questo livello un compito di tipo funzionale.
C. Verola, A. Semjonova, A. Giustardi, M. Abate, E. Cimmaruta
Rivista Italiana online "La Care" Vol 6 No 3 anno 2016- pagina 5
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