Rivista Italiana online la "Care"
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Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme al rientro a casa
3° classificato Tema B PREMIO ALLATTAMENTO AL SENO AVENT 2016
M. Pigat
Il servizio è aperto il lunedì e giovedì dalle ore 09,00 alle ore 12,00.
Durante ogni accesso viene valutato:
1. il neonato
2. la puerpera.

Valutazione della puerpera:

• stato emotivo, genitorialità ed attaccamento
• allattamento e attaccamento al seno allattamento complementare
• valutazione di episiotomia, lacerazioni perineali e pavimento pelvico
• involuzione uterina e lochiazioni
• eventuale ferita chirurgica da taglio cesareo
• parametri vitali disturbi urinari
• contraccezione e controllo ginecologico.

Valutazione del neonato:

• accrescimento ponderale
• presenza di colorito itterico, alterazioni cutanee o eritema del pannolino
• reattività e pianto
• controllo del moncone ombelicale
• ritmi sonno-veglia
• regolarità urinaria e intestinale.

Il principio della nostra assistenza è di offrire informazioni coerenti e spiegazioni chiare promuovendo la capacità della donna di prendersi cura della propria salute e di quella del bambino e di riconoscere quei sintomi che potrebbero richiedere un approfondimento incoraggiando la donna e la sua famiglia a riferire ogni preoccupazione nei riguardi la salute fisica, sociale, mentale o emotiva riportando nel piano assistenziale qualsiasi problema e relativo follow up. A tal fine vi è una stretta collaborazione con figure quali ginecologo, psicologa e assistenti sociali

CRITICITA' RISCONTRATE ALLA DIMISSIONE

La dimissione dall’ospedale rappresenta un momento da tutelare in termini di sicurezza per la mamma il neonato e il loro equilibrio relazionale.
Durante il puerperio, cioè nei 40 giorni che corrispondono per quanto concerne la fisiologia della lattazione al periodo della calibrazione ossia della messa a regime della produzione di latte materno, si possono presentare problemi talora rilevanti sia per la madre (mastite, depressione post-partum,...),
sia per il neonato (calo ponderale, disidratazione, ittero, infezioni, disturbi metabolici, cardiopatie congenite,....), sia per la famiglia (possibili distorsioni relazionali precoci, ....) .
L’allattamento al seno è influenzato, spesso negativamente, da queste problematiche portando a interferenze e ostacoli, false controindicazioni e crisi di lattazione.
E’ quindi necessario lo sviluppo di una cultura e di una competenza che portino all’applicazione di protocolli, utili a mediare la promozione dell’allattamento, con le buone pratiche mediche.
La dimissione del neonato deve essere appropriata, vale a dire pianificata e concertata con la famiglia, tenendo conto del grado di sicurezza della coppia madre-bambino e delle risorse territoriali disponibili per il sostegno della nuova famiglia.
All’atto della dimissione si fornirà alla famiglia la lista dei servizi territoriali di riferimento disponibili al sostegno, siano essi professionali o nell’ambito del volontariato.
Se necessario, gli operatori di questi servizi territoriali andranno informati ed attivati.
Il momento della dimissione non sempre coincide con la montata lattea o con un chiaro avvio dell’allattamento al seno per cui è necessario un follow-up adeguato, condotto da operatori sanitari, che valutino l’andamento della curva ponderale, siano capaci di risolvere problemi o dubbi sull’allattamento al seno e capiscano il progetto alimentare che la famiglia ha per il bambino.
Il personale sanitario, nel promuovere e sostenere l’allattamento al seno esclusivo, deve possedere competenze specifiche di comunicazione e counselling.
Va valorizzato anche l’intervento del sostegno fra gruppi di donne di cui è dimostrata l’efficacia nel sostenere l’allattamento al seno.
Nei casi di dimissione entro le 48 ore, l’ostetrica effettua la prima visita entro 24 ore dalla dimissione ospedaliera. L’osservazione, la valutazione e il supporto domiciliare vengono offerti in modo personalizzato, con particolare riguardo alle eventuali necessità di assistenza successiva.
I contenuti tecnici dell’assistenza restano da definire in accordo con l’Unità operativa ospedaliera di riferimento, per lo meno nei primi 7 giorni e in armonia con quanto già indicato.
Da parte del Distretto sanitario l’offerta deve essere attiva anche in caso di problematiche specifiche che richiedono l’apporto di servizi e operatori diversi da quelli già menzionati.
M. Pigat
Rivista Italiana online "La Care" Vol 8 No 2 anno 2017- pagina 26 - Avanti »