La vita prenatale può influenzare il legame madre-padre-neonato?
abstrac relazione IV Congresso Nazionale AICIP: Dal Feto al Neonato 2017
A. Giustardi
La relazione madre-neonato.
Come evidenziato in precedenza, il coinvolgimento emotivo materno aumenta gradualmente e progressivamente durante tutta la gravidanza, fino al parto, momento in cui si realizza l’incontro fisico fra madre e neonato e quando, a partire dal primo contatto fra loro, emerge e si rende manifesto quel legame affettivo, noto come bonding, che si instaura nei primi momenti di vita del neonato (Giustardi, 2015).
L’azione ormonale, soprattutto ad opera di ossitocina, prolattina ed endorfine, e i primi contatti tra madre e neonato favoriscono l’interazione tra di essi, promuovendo il riconoscimento del proprio bambino e innescando la disponibilità materna a rispondere ai bisogni del neonato (Soldera, 2008).
La madre adotta, inizialmente, comportamenti specifici che danno luogo ad un preciso rituale di presentazione e benvenuto; è come se “esplorasse” il proprio bambino: prima lo tocca con la punta delle dita, poi inizia ad accarezzarne e massaggiarne il corpo, mostrando un particolare interesse per i suoi occhi e cercando di incontrare il suo sguardo, al fine di iniziare un dialogo face-to-face (Giustardi, 2014). Il primo incontro è spesso vissuto dalle madri anche come evento liberatore da presentimenti angoscianti sul benessere del proprio bambino. Il legame madre-bambino sarà poi sempre più incentivato dall’emergere, con il tempo, di specifiche abilità sociali del bambino quali il pianto, il contatto visivo e il sorriso (Soldera, 2011).
Poiché il comportamento del neonato è in grado di stimolare l’attaccamento materno, quest’ultimo acquista caratteri di bidirezionalità e interazione (Figueiredo, 2003).
Nel 2007 sono stati studiati i legami madre-bambino, sottolineando la necessità di osservare la relazione da entrambe le prospettive (materna e neonatale) in modo da rispettare il carattere bidirezionale e interattivo proprio della relazione in oggetto. Nonostante sia riconosciuto che il grado di coinvolgimento emotivo dei genitori rispetto al bambino sia un elemento decisivo per sviluppare un assetto di cura e una relazione adeguata con il bambino stesso, ad oggi, vi sono pochissime evidenze rispetto alle emozioni che i genitori provano nei confronti del loro bambino, a come si sviluppa il bonding e alle eventuali differenze nella sua formazione tra madre e padre.
Lo studio si propone quindi i seguenti obiettivi: descrivere l’instaurarsi del bonding tra madre-padre-neonato, rilevare
eventuali differenze tra madre e padre e analizzare i
cambiamenti della relazione madre-neonato nei giorni successivi al parto. “The Bonding Scale” (Figueiredo, 2005) una versione estesa e validata della “New Mother-ToInfant Bonding Scale” (Taylor, 2005), che indaga l’intensità di alcune emozioni che un genitore può provare dopo la nascita di un bambino riconducibili alla costruzione più o meno solida del bonding.
I risultati mostrano entro 48 ore dal parto un alto grado di coinvolgimento emotivo.
L’attaccamento costituisce una dimensione della mente umana che include emozioni, processi cognitivi e comportamenti caratteristici che si strutturano a partire dalle prime relazioni che il neonato instaura con il caregiver (ostetrica, neonatologo, pediatra, infermiera, puericultrice) (Marazziti, 2008) e la sua funzione è quella di garantire la vicinanza e la "protezione" della figura di attaccamento, presenza fondamentale per la sopravvivenza dell'individuo.
La Teoria dell’Attaccamento, formulata da Bowlby, sottolinea come la sensibilità materna nel rispondere ai segnali comportamentali e, quindi, ai bisogni del proprio bambino, fornisca al bambino una “base sicura” dalla quale egli può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno, intrattenendo forme di relazione con i membri della famiglia, permettendogli, inoltre, di porre le basi per strutturare una solida relazione fra loro e per sviluppare un’immagine positiva di sé e degli altri.
I gesti di interazione fra la madre e il suo bambino, che vanno dall’abbraccio allo scambio di sguardi, dalla nutrizione alla consolazione, etc., contribuiscono alla strutturazione di ciò che viene definito Sistema di Attaccamento, ovvero un modello appartenente alla sfera affettiva in cui vengono rappresentati gli altri e se stessi in relazione reciproca, in base alle esperienze vissute soprattutto nel corso del primo anno di vita. Il Sistema di Attaccamento rappresenta, nella specie umana, il principale sistema motivazionale, l’elemento cardine del comportamento e della psiche umana che guida ed influenza, anche nella vita adulta, le interazioni e gli scambi affettivi, mantenendosi pressoché inalterato nel corso dell’intera vita.
L’attaccamento, quindi, è anche un modello delle possibilità di sviluppo affettivo che il bambino ha alla nascita in base alle relazioni che vivrà con chi si prende cura di lui e in base all’ambiente emotivo che lo circonda.
“Bambini che hanno genitori sensibili, sicuri, preparati e pronti a dare risposte ai loro bisogni affettivi sono in grado di instaurare un legame indisolvibile con i propri figli”.
A. Giustardi
Rivista Italiana online "La Care" Vol 8 No 2 anno 2017- pagina 5
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