Qual’ è il neonato critico da intubare in sala parto?
abstrac relazione IV Congresso Nazionale AICIP: Dal Feto al Neonato 2017
G. Lista
Ormai in letteratura è quanto mai più evidente che, soprattutto per il neonato pretermine, se si riesce ad iniziare un supporto non invasivo sin dalla sala parto, in caso di distress respiratorio, questo è il modo per ridurre in maniera significativa la mortalità e la BPD, senza aumentare il rischio di sequele neurologiche.
Tuttavia la sviluppo anatomico, lo stato della maturazione fisiologica cardiopolmonare, la competenza neurologica e la patologia sottostante, rendono l’intubazione tracheale ancora oggi, talvolta necessaria in sala parto.
I neonati gravemente pretermine, alla soglia della possibilità di sopravvivenza (cioè 23.0-23.6 settimane), per la grave immaturità polmonare e neurologica, sono ancora i candidati elettivi per un’intubazione tracheale e l’avvio della ventilazione meccanica.
In molti casi, soprattutto in assenza di una profilassi steroidea completa, anche i neonati 24.0-24.6 settimane di età gestazionale, richiedono questo tipo di intervento.
Neonati con età gestazionale oltre le 25 settimane, ma che non presentino un adeguato drive respiratorio in sala parto, nonostante la CPAP o altre manovre di reclutamento polmonare (es. sustained inflation o ventilazione in maschera a pressione positiva ) sono anch’essi neonati da intubare in sala parto, quanto meno per garantire l’avvio della transizione cardiorespiratoria feto neonatale e/o per somministrare il surfattante.
Indipendentemente dall’età gestazionale, in caso di grave depressione cardiorespiratoria (es. asfissia , importante ipossi-ischemia perinatale o grave malformazione cerebrale con coinvolgimento dei centri cardiorespiratori), almeno temporaneamente, sarà necessaria l’intubazione tracheale, quale manovra rianimatoria salva vita, in attesa poi di concordare il proseguo delle cure con famiglia e il team di assistenza neonatologica.
Esistono poi neonati speciali, per i quali l’intubazione oro o naso-tracheale è mandatoria ed è già indicazione stabilita in seguito all’anamnesi prenatale: es. in caso di ernia diaframmatica congenita, per evitare con la ventilazione in maschera di distendere di gas le anse intestinali e lo stomaco erniati in torace e quindi peggiorare la meccanica respiratoria; oppure in caso di voluminosa massa cervicale (es. teratoma o linfangioma) che dislocano la trachea, impedendo un adeguato ingresso d’aria nei polmoni; altresì i neonati con gravi alterazioni cranio facciali ( es. sequenza di Pierre-Robin), che, a causa della dislocazione posteriore della lingua verso le vie aeree, possono impedire un’adeguata ventilazione in maschera o in respiro spontaneo; anche i feti idropici o con imponente ascite che impedisce un’adeguata escursione diaframmatica sono spesso intubati in sala parto.
Quindi l’intubazione tracheale in sala parto è una decisione sicuramente estrema ma, quando necessaria, fondamentale per la sopravvivenza e la qualità della stessa dei neonati.
G. Lista
Rivista Italiana online "La Care" Vol 8 No 2 anno 2017- pagina 9
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