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La forma del cranio nel neonato e approccio osteopatico

M. Censi, I. Kejklickova, A. Eliasova, S. Losurdo, G. Renzi

Brachicefalia

La brachicefalia è caratterizzata da testa piatta, naso a sella e turricefalia ed è dovuta alla chiusura delle due suture coronali, così come l’anello coronarico della base cranica.
Ciò determina un’ipoplasia bifrontale, fronte alta, teleorbitismo, diminuzione dell’angolo naso-frontale, cranium bifidum e riduzione del volume intracranico con ipertensione endocranica, che può determinare un ritardo cognitivo, che si risolve tramite il ripristino volumetrico.
Chirurgicamente si deconnette la parte anteriore del cranio, in modo che il cervello possa espandersi in senso antero-posteriore. Oggi si utilizza la tecnica mininvasiva (nelle foto la tecnica tradizionale). I risultati sono molto buoni.

PLAGIOCEFALIA POSTERIORE

In questo caso bisogna distinguere fra la forma posizionale ( PPP) e la vera craniostenosi (PPC). La craniostenosi posteriore è, dal punto di vista genetico, qualcosa di eccezionale. La PPP è evidente da un punto di vista clinico. È presente uno schiacciamento posteriore, una crescita compensatoria frontale omolaterale, l’orecchio dal lato schiacciato si trova più avanti rispetto al controlaterale e osservando la testa dall’alto si noterà una forma a parallelepipedo.
Sembra che questa deformità posturale sia provocata dal fatto che il bambino o in utero o dopo la nascita dorma più volentieri su un lato. Per molti esperti il trattamento elettivo è quello fisioterapico di posizionamento, associato a quello osteopatico.
La plagiocefalia posteriore è da ritenersi principalmente una forma posturale con un impatto estetico più o meno grave e una conseguente forte domanda di risoluzione di questo problema. Per questo motivo sono nati i caschetti, che sono molto rinomati in Spagna e ora sono arrivati in Italia. Si parte, in questo caso, dal principio, che essendo posturale, si possano creare delle contropressioni con risultati molto buoni. Il caschetto è, infatti, in grado di modellare la testa in circa 8 -12 mesi. Il problema di questo ausilio è il costo elevato, oltre al fatto di essere ingombrante per il bambino. Deve essere tenuto venti ore la giorno e abbisogna di frequenti aggiustamenti, tenendo conto che ha risultati sovrapponibili all’approccio fisio-osteopatico.

Il bambino va trattato osteopaticamente il più presto possibile per un ciclo di circa 4-5 sedute a seconda della capacità di risposta individuale, tenendo l’ultimo trattamento per effettuare un controllo a distanza. Bisognerà considerare, che se il paziente si presentasse a 8 mesi con una plagiocefalia posizionale, sarà difficile avere un buon risultato. Al contrario, se la prima visita avvenisse a un mese di vita extrauterina, il risultato, tramite il trattamento osteopatico avrebbe buone possibilità di essere pienamente soddisfacente.
La plagiocefalia posizionale, in alcuni casi, si vede subito e in altri, per altro più frequenti, si vede dopo, perché quella in utero è più rara. La seconda si nota dopo il primo mese.
Il caso in utero più frequente è quello dovuto alla presenza di poco liquido amniotico, perché ciò determinerà una motilità ridotta del bambino, che si appoggerà con quella zona della testa al promontorio di L5.

Per questo motivo, potrebbe essere importante trattare osteopaticamente le donne in gravidanza, per eseguire dei lavori di allineamento della colonna e del bacino.

L’osteopatia favorisce alla salute dei soggetti che presentano problemi strutturali o organici, attraverso un completo e paziente approccio.
Il maggior impegno e obiettivo dell’Osteopatia pediatrica è proprio il mantenimento della salute e la prevenzione dell’insorgere di disordini energetici o di malattie.
Accompagnando la loro crescita sarebbe indicato far ricevere ai bambini trattamenti osteopatici ad intervalli regolari, per favorire il loro potenziale di salute e sviluppo. Anche il neonato sano e forte, che ha appena affrontato la “fatica” della nascita, può trarre grande benefico da qualche trattamento.

PER SAPERNE DI PIU’

Origini e principi dell’osteopatia.

La medicina osteopatica nacque negli Stati Uniti d’America ad opera di un medico americano di nome Andrew Taylor Still, che nel 1874 ne formulò la filosofia e che 18 anni dopo aprì la prima scuola di Osteopatia, l’ “American School of Osteopathy” a Kirksville nel Missouri.
M. Censi, I. Kejklickova, A. Eliasova, S. Losurdo, G. Renzi
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