Rivista Italiana online la "Care"
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La Vitamina D(el) sole

A.C. Niespolo, A. Semjonova, L. Nosetti, C. Bonvicini, C. Verola, M. Agosti
Nella figura 2 è schematizzato il meccanismo della sintesi e del metabolismo della vitamina D.

Durante l'esposizione alla radiazione ultravioletta B dei raggi solari di specifica lunghezza d’onda (UVB tra 290 e 315 nm), il 7-deidrocolesterolo della cute viene convertito in previtamina D3, che è immediatamente convertita in vitamina D3 in un processo, indipendente dal calore. L'eccessiva esposizione alla luce del sole degrada la previtamina D3 e la vitamina D3 in fotoprodotti inattivi. La vitamina D2 e la vitamina D3, originate dalla dieta sono incorporate nei chilomicroni e trasportate dal sistema linfatico nella circolazione venosa.
La vitamina D (comprende sia la vitamina D2 che D3) sintetizzata nella pelle o ingerita nella dieta può essere immagazzinata o rilasciata dagli adipociti.
La vitamina D in circolazione è legata alla proteina legante la vitamina D, che la trasporta al fegato, dove è convertita dalla vitamin D-25 idrossilasi in 25-idrossivitamina D (25(OH)D).
Questa forma di vitamina D è biologicamente inattiva e deve essere convertita nei reni dalla 25-idrossivitamina D-1α-idrossilasi (1-OHase) nella forma biologicamente attiva, cioè nella 1,25-diidrossivitamina D (1,25(OH)2D).
Il fosforo sierico, il calcio, il fattore 23 di crescita fibroblastica e altri fattori possono aumentare (+) o diminuire (-) la produzione renale di 1,25(OH)2D.
L'1,25(OH)2D diminuisce la sua propria sintesi attraverso un feedback negativo e diminuisce la sintesi e la secrezione dell'ormone paratiroideo da parte delle ghiandole paratiroidi (Bartolozzi G., 2007).
Una volta attivata a 1,25(OH)2D, la vitamina D si lega ad uno specifico recettore (VDR) appartenente alla superfamiglia dei recettori per gli steroidi.
I recettori per la vitamina D sono ubiquitari e sono di due tipi: il primo, localizzato nel nucleo, è in grado di stimolare direttamente la trascrizione di geni e la sintesi ex-novo di proteine (meccanismo genomico); mentre il secondo, che è localizzato sulla membrana cellulare, agisce promuovendo la formazione di secondi messaggeri cellulari (come il cAMP, il diacilglicerolo, l’inositolo trifosfato, l’acido arachidonico) o fosforilando alcune proteine cellulari. Tale meccanismo d’azione, non genomico, è in grado di modulare in maniera rapida la risposta cellulare a vari stimoli (Adami S., et al, 2011).
La vitamina D viene depositata e mobilizzata dal tessuto adiposo con meccanismi ancora poco conosciuti. Sappiamo che i pazienti obesi possiedono una concentrazione sierica di 25-(OH)-D, inferiore rispetto ai soggetti con BMI normale, probabilmente per il sequestro della vitamina D da parte del tessuto adiposo in eccesso (Capriati T., et al., 2016). Sono state formulate numerose ipotesi a riguardo, ma quella che sembra essere la più accreditata è che il tessuto adiposo possieda un ruolo di resevoir per gli steroidi ed anche per la vitamina D, che si accumulerebbe proporzionalmente all’accumulo di adipe (De Pergola G., et al., 2013).

Fonti di Vitamina D

FONTI ALIMENTARI
Pesci grassi (salmone, sgombro, sardine)
Tuorlo d’uovo e alcune specifiche qualità di funghi (in minore quantità)
Alimenti fortificati con vitamina D come latte, derivati del latte, margarina, cereali e succhi di frutta (in certi paesi europei)

NB: Il contenuto di vitamina D nei latti formulati deve essere da 40 a 100 UI/100 kcal e da 40 a 120 UI/100 kcal nei latti di proseguimento (Direttiva 2006/141/EC Commissione europea)
A.C. Niespolo, A. Semjonova, L. Nosetti, C. Bonvicini, C. Verola, M. Agosti
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