Rivista Italiana online la "Care"
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La Vitamina D(el) sole

A.C. Niespolo, A. Semjonova, L. Nosetti, C. Bonvicini, C. Verola, M. Agosti
PREVENZIONE MALATTIE INFETTIVE
La letteratura suggerisce che le malattie infettive hanno una maggiore prevalenza tra i neonati e i bambini con carenza di vitamina D e alcuni studi suggeriscono che la supplementazione di vitamina D possa essere associata a un ridotto rischio di infezioni respiratorie. Sull’argomento vi sono dati contrastanti per tale motivo il Committee of Nutrition dell’ESPGHAN conclude che “i dati attuali non sono sufficienti per raccomandare la supplementazione di vitamina D allo scopo di prevenire le malattie infettive nei neonati e nei bambini europei in buona salute”.
PREVENZIONE MALATTIE ALLERGICHE
Un trial clinico randomizzato (RCT) ha suggerito una riduzione degli attacchi di asma (outcome secondario dello studio) in chi assumeva vitamina D. Uno studio osservazionale, tuttavia, ha riportato un’associazione tra supplementazione di vitamina D durante l’infanzia e aumento del rischio di malattie allergiche in seguito nella vita. Il Committee of Nutrition ESPGHAN conclude che “le evidenze disponibili sono insufficienti per sostenere la relazione tra supplementazione di vitamina D nei neonati e nei bambini e la prevenzione di malattie allergiche”.
PREVENZIONE DIABETE MELLITO TIPO I
Prove fornite da 5 studi osservazionali, 1 revisione sistematica e una meta analisi suggeriscono che la supplementazione di vitamina D può ridurre il rischio di diabete mellito tipo 1 durante l’infanzia e l’adolescenza. Il Committee of Nutrition ESPGHAN conclude che i dati attualmente sono insufficienti per provare o confutare una relazione tra supplementazione con vitamina D e il rischio di diabete tipo 1.
PREVENZIONE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
Ci sono alcune evidenze relative alla supplementazione di vitamina D come marker surrogato di rischio cardiovascolare; tuttavia, il Committee of Nutrition ESPGHAN conclude che sono necessari ulteriori studi prima di affermare l’effetto della supplementazione di vitamina D sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Tabella II: Conclusioni ESPGAN sugli effetti principali della Vitamina D (Tratto da Capriati T., et al 2016).

La valutazione dello stato vitaminico viene effettuata mendiante l’uso del metabolita 25(OH)D totale, infatti questo riflette i livelli circolanti di 25(OH)D3 e 25(OH)D2; questo è definito dall’ESPGHAN il migliore indicatore dello stato della vitamina D, dal momento che la 1,25(OH)D, ha emivita sierica minore ed è inoltre regolata dalla sintesi cutanea oltre che dall’apporto nutrizionale (Capriati T., et al., 2016). La metodica utilizzata a tale scopo è chiamata spettrometria liquido massa a diluizione isotopica (SIPPS, 2015).
Secondo le linee guida del Committee of Nutrition ESPGHAN, una concentrazione sierica di 25-(OH)-D < 50 nmol/ (≤ 20 ng/ml) definisce una carenza della vitamina D, un valore < 25 nmol/l (≤ 10 ng/ml), identifica grave carenza, mentre livelli di sufficienza invece vengono caratterizzati da concentrazioni > 50 nmol/l (≥ 20 ng/ml) (Capriati T., et al, 2016).
Al contrario, un valore > 250 nmol/l (> 100/ng/ml) e > 375 nmol/l (> 150 ng/ml) definisce rispettivamente un eccesso ed un’intossicazione di Vitamina D (Adami S., et al 2011; D’Amelio A., 2016). Nella figura 3 abbiamo una rappresentazione visiva delle definizioni (Bouillon R., 2017).

Figura 3: Rappresentazione schematica dei livelli di vitamina D (Tratto da Bouillon R., 2017). AAP, American Academy of Pediatrics; AGS, American Geriatrics Society; DACH, Deutschland (Germany), Austria and Confoederatio Helvetica (Switzerland); IOF, International Osteoporosis Foundation; IOM, Institute of Medicine; SACN, Scientific Advisory Committee on Nutrition.

Dall’analisi della letteratura si evince che, anche in Italia, come per le altre nazioni, vi è un’elevata prevalenza di deficit della vitamina D, che riguarda tutte le epoche dell’età pediatrica.
Nei neonati i fattori influenzanti lo stato vitaminico sono l’etnia di appartenenza, la stagione della nascita, la profilassi materna avvenuta in gravidanza; nei pazienti pediatrici e negli adolescenti invece è importante valutare il periodo in cui è stato eseguito il dosaggio della vitamina D, l’esposizione solare, l’uso di creme solari ed il BMI (SIPPS, 2015).
A.C. Niespolo, A. Semjonova, L. Nosetti, C. Bonvicini, C. Verola, M. Agosti
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