Rivista Italiana online la "Care"
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Contatto pelle a pelle, allattamento al seno e rooming in:
effetti sul calo ponderale nel neonato sano a termine
Indagine retrospettiva nell’Unità Operativa di Pediatria dell’Ulss 7
G. Malvestio, A. Bortolini, V. Maria Bombace, M. Corso, C. Peruzzo
Gli studi concordano nell’affermare che gli ospedali BFH hanno maggiore riuscita nell’avvio della pratica dell’allattamento al seno (10,15,17,22-23). In Italia (2014), allatta al seno l’85,5% delle madri (16).

Il latte materno: dal colostro al latte maturo

Il colostro contiene un’alta concentrazione di fattori immunitari; esso infatti assume la funzione di vaccino naturale contro le infezioni; inoltre riveste il tratto gastrointestinale con una barriera che previene l’entrata di sostanze estranee e riduce le eventuali intolleranze a cibi assunti dalla madre (2,4).
Il colostro inoltre aiuta ad eliminare le prime feci, favorendo l’eliminazione dell'eccesso di bilirubina, prevenendo così l'ittero fisiologico presente circa nel 50% dei neonati nati a termine (4,24-25). Il colostro è prodotto in scarsa quantità, da 50 ml nella prima giornata, fino ad arrivare a 200 ml prima dell’inizio della montata lattea; è povero di grassi e ricco di carboidrati e proteine. Rispetto al latte maturo presenta una quantità di proteine e minerali maggiore e una quantità di lipidi, glucidi e calorie minore: ciò lo rende il latte con le caratteristiche nutritive necessarie per il neonato (3,26).
La composizione del latte maturo invece, varia da donna a donna, da poppata a poppata ed anche durante la poppata stessa (3); cambia in relazione alla stagione, allo stato di salute della mamma, alla sua alimentazione e alla suzione (4,27). Il contenuto lipidico è più elevato nelle ore notturne e aumenta nel corso della poppata.
I componenti del latte materno aiutano la digestione, lo sviluppo cognitivo e la crescita del neonato (4).

Latte materno e latte artificiale a confronto

Rispetto alla quantità fissa dei componenti del latte materno, la quantità nel latte artificiale risulta variabile (Tabella 2) (3-4).

Tabella 2: Componenti del Latte materno e del Latte artificiale

Il Rooming in

Per rooming in si intende la permanenza di madre e neonato nella stessa stanza per un periodo di tempo più lungo possibile nell’arco delle 24 ore, ad eccezione del tempo necessario alle procedure assistenziali (4).
Il rooming in viene suggerito come modello organizzativo valido a promuovere l’allattamento al seno, in quanto favorisce le poppate al seno a richiesta; infatti, la frequenza dell’allattamento al seno è più alta e l’integrazione con il latte artificiale risulta inferiore quando madre e neonato sono nella stessa stanza (2).
La prevalenza di allattamento al seno risulta maggiore nei neonati gestiti con rooming in totale rispetto a quelli gestiti con rooming in parziale. Il rooming in dunque migliora l’allattamento esclusivo prima della dimissione (2,4,14,28-29).

La dimissione del neonato sano

La dimissione del neonato, che solitamente avviene tra la seconda e la terza giornata dalla nascita, viene concordata assieme alla madre, verificando la buona capacità di alimentarsi al seno da parte del neonato e l’assenza di un calo ponderale ≥10%. Qualora al momento della dimissione manchi la montata lattea o il peso neonatale sia ancora in calo, il neonato andrà ricontrollato a distanza di 24-48 ore (5,29). È consigliabile, indipendentemente dallo stato di salute del neonato, fissare una visita di controllo entro 5-7 giorni dalla dimissione (2,4).
G. Malvestio, A. Bortolini, V. Maria Bombace, M. Corso, C. Peruzzo
Rivista Italiana online "La Care" Vol 9 No 3 anno 2017- pagina 23 - Avanti »