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La forma del cranio nel neonato e approccio osteopatico

M. Censi, I. Kejklickova, A. Eliasova, S. Losurdo, G. Renzi
Per decidere se operare si considerano alcuni punti:

1. Pressione endocranica: la craniostenosi può provocare un’ipertensione endocranica?
2. Oftalmologia: a causa della mal posizione delle orbite si potrà andare in contro a strabismo, astigmatismo, ipermetropia, occhio pigro, cecità..ecc.?
3. Estetica : la deformità è la cosa + evidente. Le deformità anteriori vanno considerate sempre. Le deformità posteriori sono evidentissime in un lattante ma vanno via via stemperandosi.

La chirurgia può essere applicata anche in età adulta. In certe sdm craniofacciali come la sindrome di Crouzon è presente il dolore, in altre c’è il problema legato alle vie aeree, che possono portare anche alla morte in alcuni casi molto gravi. Sarà necessario, quindi, analizzare molto bene le vie aeree e la deglutizione di questi pazienti. Si possono riscontrare, inoltre, problemi di linguaggio, che possono essere collegati a deformità del palato e proptosi, che è la protrusione del bulbo oculare causata da alterazioni localizzate dello spazio retrobulbare o da un’orbita poco profonda.

Scafocefalia

È un bambino che nasce con una testa lunga (dolicocefalo), stretta e macrocranica. Presenta, poi, una bozza frontale e una posteriore. È sempre presente una cresta palpabile, che va dalla fontanella anteriore a quella posteriore. L’analisi delle suture rivela, che tutte si muovono bene tranne questa. Questo è il segno patognomonico di una craniostenosi di tipo scafocefalia. La sutura sagittale è chiusa. Se non c’è cresta non ci si trova di fronte ad una craniostenosi.

Aumento del rapporto tra la distanza inion – nasion e bitragale . Nel soggetto normale le distanze sono uguali o fino ad un centimetro di differenza. Nella scafocefalia eccede di 2 cm.
La diagnosi viene eseguita, evitando esami invasivi e nocivi per il neonato, tramite l’osservazione clinica. Tuttavia, l’esame radiografico evidenzierebbe comunque la presenza di un cranio allungato, mentre la Tac 3D la cresta a livello suturale. Bisogna sottolineare, però, che le craniostenosi possono essere isolate oppure in “forma sindromica” e quindi associate ad altre malformazioni e quindi nel caso si manifestasse questo dubbio o di una compromissione neurologica sarà utile richiedere una risonanza magnetica di controllo.
La diagnosi di craniostenosi di tipo scafocefalia può essere fatta a una settimana di vita. In genere è evidentissima a un mese e mezzo. I ritardi diagnostici sono rari.
Dal canto suo anche la valutazione osteopatica potrebbe essere utile, poiché tramite la palpazione l’osteopata esperto noterà un’alterazione della mobilità craniosacrale.
Il trattamento è assolutamente chirurgico.
Fondamentalmente è un’indicazione estetica.
C’è una controversia importantissima sulla presenza d’ipertensione endocranica nelle scafocefalie, perché il team di neurochirurgia di Parigi negli anni ’80, eseguì uno studio in cui valutò trenta pazienti affetti da scafocefalia e inserì nel cranio una sonda, che misurava la pressione endocranica. Si dimostrò che questi pazienti erano affetti mediamente d’ipertensione endocranica e da ciò si dedusse che dovevano essere operati tutti. La comunità scientifica, però, non riusciva a capire come facesse una craniostenosi compensata antero-posteriormente, macrocranica e monosuturaria a determinare un’ipertensione endocranica. In secondo luogo non avevano considerato, che in quello studio erano state prese in esame molte forme sindromiche che potevano essere affette anche da altri problemi. Alcuni anni fa, di regola, quando la differenza della distanza fra nasion e inion ed epitragale era contenuta nei 2 cm, queste forme non erano considerate chirurgiche. Questa filosofia, però, ebbe vita breve, poiché la richiesta estetica da parte delle famiglie era molto forte. Di fatto oggi la scafocefalia vera si opera sempre e il prima possibile, perché avvalendosi della chirurgia mini-invasiva, si cerca di sfruttare l’azione espansiva del cervello (spinge moltissimo nel primo anno e già molto meno nel secondo), che una volta liberata la sutura, essendo sferico, modellerà la testa.

Trigonocefalia

Il paziente con trigonocefalia ha una fronte triangolare e presenta una crestina cha va dalla fontanella bregmatica al nasion, dove ci dovrebbe essere la sutura metopica. Il bambino presenta occhi molto vicini, un’ipoplasia bifrontale, un epicanto ( piega cutanea palpebrale, che scendendo ad arco dalla regione orbitale della palpebra superiore, va a ricoprire l’angolo interno dell’occhio, esaurendosi nella pelle della palpebra inferiore. È spesso presente nell’infanzia; quando persiste nell’adulto, è da considerarsi come un’anomalia), ipoplasia sopraorbitaria e strabismo per mancata espansione laterale delle orbite.
La chiusura precoce della sutura metopica è una craniostenosi monosuturaria.
M. Censi, I. Kejklickova, A. Eliasova, S. Losurdo, G. Renzi
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