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Ostetricia del Futuro: Il Prototipo di Vasca da Parto “Alexia”
con il miglior standard di sicurezza
Dott.ssa Ostetrica Alessia Selmin
Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Policlinico di Abano Terme, (PD).

Introduzione

Le più recenti revisioni di Letteratura concernenti il parto in acqua [1-6], fanno emergere indiscutibilmente l'estremo beneficio che l'acqua rappresenta per la tolleranza del dolore sia durante il travaglio sia al momento dell'espletamento del parto [1-7], tale da condurre molti autori e la stessa Comunità Scientifica a raccomandare fortemente in ogni struttura la possibilità e l'obbligo dell'offerta di questo servizio per ogni paziente [1-3]. Il travaglio-parto in acqua non espongono madre e bambino ad un maggiore rischio di complicanze rispetto al parto tradizionale. [4-7; 9-10].
La disponibilità dell’acqua durante il travaglio rappresenta un passo in avanti molto concreto nel favorire il parto fisiologico naturale. [1-2; 6]
Quando una donna in travaglio entra in una vasca piena d’acqua l’effetto di gravità sul suo corpo si riduce moltissimo grazie alla spinta in senso contrario esercitata dall’acqua, ma a differenza delle posizione reclinate, la forza di gravità non viene contrastata, la donna si sente leggera e per lei diventa molto più facile muoversi [11-12] e assumere qualsiasi posizione desideri per assecondare la discesa del feto, facilitando con il suo movimento la flessione della testa fetale e dunque favorendo il buon andamento della progressione fetale [13]. In questo modo grazie alla sensazione di alleggerimento, potrà muoversi allentando la rigidità e la tensione e alleviare il dolore durante la dilatazione della cervice[14].
La riduzione della pressione addominale, grazie alla forza idrostatica, consente contrazioni uterine di maggiore efficacia e meno dolorose, favorisce la circolazione sanguigna con effetti benefici per il sistema cardiovascolare [15]; dunque una maggiore ossigenazione dei muscoli uterini e una maggiore perfusione utero-placentare che si traduce in meno dolore per la donna e più ossigeno per il feto riducendo i rischi di distress fetale [7;10;16-18].
L’atmosfera di maggiore intimità e libertà di movimento facilita il rilassamento, la secrezione di ormoni inibitori del dolore e la riduzione dell’ansia, componente fondamentale che talvolta prolunga la durata del travaglio [20]. Per questo il potere terapeutico dell’acqua si traduce molto spesso in una riduzione dei tempi di dilatazione e dunque ore di travaglio e riduzione di Oxitocine Augmentation [7;10;16-18]. Aumenta la soddisfazione materna e il senso di controllo [21-22], e migliora la capacità di spinta in fase espulsiva [23-24].

L’acqua non solo rilassa il pavimento pelvico ed ha un effetto emolliente sui tessuti molli con conseguente riduzione delle lacerazioni perineali, ricorso ad episiotomia e suture [25-26], ma inoltre riduce la necessità di interventi come il ricorso all’ induzione e parti operativi [7;10;16-18].
Nonostante questo, ad oggi, nei Paesi Industrializzati inclusa l’Italia, sono limitate le strutture che offrono realmente tale servizio e questo per molte donne si traduce nell'impossibilità di poter godere dei benefici dell'acqua.

Limiti strutturali e funzionali delle vasche da parto.

Sono noti alcuni dei fattori che concorrono a rendere questa pratica clinica poco diffusa. Innanzitutto la scarsa formazione teorico-pratica fornita al personale specializzato e la necessità di assistenza one-to- one [19].
Non di meno la forma e la configurazione delle vasche attualmente disponibili, che non permette di garantire un’assistenza adeguata e tempestiva in caso di emergenze ostetriche [27] e che per questo conduce ad un acceso atteggiamento di scetticismo e diffidenza soprattutto dei medici ginecologi e neonatologi [28]. Riserve e dubbi espressi in Letteratura tra cui il timore che tale pratica possa indurre alla promozione di aspettative materne irrealistiche per il travaglio, una ristretta scelta di analgesia, la ridotta efficienza delle contrazioni, maggiori trauma perineali [29], un maggior rischio di infezioni materne e neonatali [12;30-33], rischio di sanguinamenti dopo il secondamento [12;33], aumento della temperatura materna e fetale [33:36], il rischio materno di embolia [37] e problemi respiratori alla nascita [36].
Non sono disponibili studi recenti in Letteratura che indaghino sulle caratteristiche della vasca da parto ideale. Shorn nel 1993 ipotizza che le vasche con sedute preformate possano ridurre la libertà di movimento e di assumere le varie posizioni. Shorn e Rush, usano vasche con getti idromassaggio e ipotizzano che l’acqua dai getti possa avere effetti diversi dall’acqua ferma.[16;38]
Tuttavia se osserviamo la forma delle vasche attualmente in uso, possiamo notare che tale configurazione costringe l'ostetrica ad un'assistenza notevolmente limitata e nel caso in cui l'ostetrica voglia semplicemente controllare l'andamento del travaglio, quest'ultima sarebbe costretta a sporgersi in acqua assumendo una posizione scomoda sia dal punto di vista fisico spesso responsabile di dolori muscolo scheletrici per le ostetriche [25] che dal punto di vista igienico (spesso bagnandosi).
Rivista Italiana online "La Care" Vol 1 No 1 anno 2013
Selmin - pagina 15 >>
Indice
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